Il Monte dei Paschi è sotto attacco. E col Monte
dei Paschi tutte le banche italiane. Un nuovo 2011 si preannuncia, un’altra
gelata per l’Italia: i banchieri non dormono più da quarantott’ore, sulla
soglia del panico, con chiunque di essi si parli. I pareri divergono, le paure
sono di diverso grado, ma alcuni dati sono ovvi per tutti.
Non si tratta di operazioni di Borsa, l’attacco
è concentrico e preordinato. E non c’è dubbio che col Monte dei Paschi tutto il
sistema creditizio è sotto attacco. Un punto di forza è diventato debolezza. L’Italia
è sotto attacco.
Come sia stato e sia possibile è l’esito di più
fattori – i pareri sono più dissimili su questo. Una Consob e un Banca d’Italia
incapaci. Una Piazza Affari succursale della City, nella vocazione provinciale
di Milano. Con oscillazioni da mercato del Terzo mondo – una volatilità perfino
eccessiva, spregiudicata, offensiva per un paese industriale avanzato. Questa
stessa vocazione provinciale che impedisce di prendere coscienza dei dati di
fatto. L’informazione economica ridotta a cazzeggio: di stronzate e esoterismi
(bail-in, non performing loan, car, crar, step..) favoriscono la speculazione inducendo
alla diffidenza. Un governo che ha fatto il passo più lungo di quanto
percepisca: sfidare l’“Europa”.
Ma le cause, che dividono i banchieri, sono inimportanti.
Il problema da tutti condiviso è che non c’è una difesa.
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