Lunedì la francese Ratp, specialista del
traffico ferroviario pendolare rapido, propone di rifare la Roma-Lido, che
serve mezzo milione di persone, in tre anni, tutto compresso, linee, treni,
stazioni, in project financing, cioè
senza esborso pubblico. In concessione. Martedì il padrone della linea, il presidente
della Regione Lazio Zingaretti, dice che la Roma-Lido è bene pubblico e tale
rimarrà. Se ci sono da fare appalti, pubblici, ne beneficeranno le imprese
romane.
Per ora, e per domani, come da molti anni
ormai, la Roma-Lido è quasi inagibile.
Lo stesso schema fu seguito dall’allora sindaco
di Roma Ruteli per la famosa linea C della metropolitana vent’anni fa. La Ratp
propose di farla in profondità, forte dell’esperienza maturata a Lilla, per
evitare i ritrovamenti archeologici e il blocco a singhiozzo dei lavori. Sempre
in project financing, con concessione
a trent’anni. Regolata naturalmente da capitolato, lo stesso peraltro che
regola l’Atac comunale, anche se fittiziamente – l’Atac è una finta spa.
Rutelli disse no, la metro romana è pubblica, etc.
Le imprese amiche dopo vent’anni ancora non hanno
completato la metro C. Allungata, è vero, ma in gran parte in superficie. Un appalt pubblico da tre miliardi, che ora sono
diventati 3,8.
Sei mesi fa l’Autorità
Anti-Corruzione aveva ha denunciato la metro C: spese lievitate oltre ogni ragionevolezza,
progetti carenti, mancanza di trasparenza. La Procura di Roma non si è mossa..Il dossier dell’Anti-Corruzione è stato
mandato anche alla Corte dei Conti. Che non ha indagato.
Procede la “valorizzazione” dei ben architettonici
e archeologici. Cioè la privatizzazione surrettizia, a opera personale del
ministro Franceschini, che se ne fa vanto. Al di fuori e al di sopra delle competenze
delle sovrintendenze, che pure sono il braccio di controllo dello Stato su
questi beni inalienabili. Senza una decisione del Parlamento. Senza nemmeno una
discussione in Parlamento. Nel silenzio delle vestali del patrimonio pubblico
che per molto meno solitamente protestavano.
Una lettera finalmente indignata di una di esse,
Vittorio Emiliani, è stata confinata dal “Corriere della sera” nella cronaca
romana, per pochi curiosi.
Franceschini procede per di più con incarichi
solo formalmente coperti da gare internazionali, a persone di sua fiducia.
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