giovedì 28 gennaio 2016

Fisco, appalti, abusi (84)

Lunedì la francese Ratp, specialista del traffico ferroviario pendolare rapido, propone di rifare la Roma-Lido, che serve mezzo milione di persone, in tre anni, tutto compresso, linee, treni, stazioni, in project financing, cioè senza esborso pubblico. In concessione. Martedì il padrone della linea, il presidente della Regione Lazio Zingaretti, dice che la Roma-Lido è bene pubblico e tale rimarrà. Se ci sono da fare appalti, pubblici, ne beneficeranno le imprese romane.
Per ora, e per domani, come da molti anni ormai, la Roma-Lido è quasi inagibile.

Lo stesso schema fu seguito dall’allora sindaco di Roma Ruteli per la famosa linea C della metropolitana vent’anni fa. La Ratp propose di farla in profondità, forte dell’esperienza maturata a Lilla, per evitare i ritrovamenti archeologici e il blocco a singhiozzo dei lavori. Sempre in project financing, con concessione a trent’anni. Regolata naturalmente da capitolato, lo stesso peraltro che regola l’Atac comunale, anche se fittiziamente – l’Atac è una finta spa. Rutelli disse no, la metro romana è pubblica, etc.
Le imprese amiche dopo vent’anni ancora non hanno completato la metro C. Allungata, è vero, ma in gran parte in superficie. Un appalt pubblico da tre miliardi, che ora sono diventati 3,8.

Sei mesi fa l’Autorità Anti-Corruzione aveva ha denunciato la metro C: spese lievitate oltre ogni ragionevolezza, progetti carenti, mancanza di trasparenza. La Procura di Roma non si è mossa..Il dossier dell’Anti-Corruzione è stato mandato anche alla Corte dei Conti. Che non ha indagato.

Procede la “valorizzazione” dei ben architettonici e archeologici. Cioè la privatizzazione surrettizia, a opera personale del ministro Franceschini, che se ne fa vanto. Al di fuori e al di sopra delle competenze delle sovrintendenze, che pure sono il braccio di controllo dello Stato su questi beni inalienabili. Senza una decisione del Parlamento. Senza nemmeno una discussione in Parlamento. Nel silenzio delle vestali del patrimonio pubblico che per molto meno solitamente protestavano.

Una lettera finalmente indignata di una di esse, Vittorio Emiliani, è stata confinata dal “Corriere della sera” nella cronaca romana, per pochi curiosi.
Franceschini procede per di più con incarichi solo formalmente coperti da gare internazionali, a persone di sua fiducia.

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