Angela Merkel dovrà privarsi di Martin Selmayr,
suo uomo di fiducia alle costole di Juncker, il rubizzo lussemburghese
che presiede la Commissione, e vero presidente della Commissione stessa. Potrebbe
essere l’inizio di una frana: Selmayr è l’anima di una burocrazia comunitaria
tanto abile quanto orientata – a favore della sua Germania. Con sottigliezza e
con rudezza – le ultime mosse antitaliane.
Il modo di lavorare di Selmayr è spregiudicato. Ma il capo di
gabinetto di Juncker non è il solo a gestire posizioni delicate nell’interesse
nazionale. Con competenza a applicazione – a differenza, per esempio, dei direttori
generali e capi di gabinetto italiani. Ma anche con arroganza.
L’insofferenza nei loro confronti non è del resto di oggi, quando
la crisi persistente e le tante competenze dell’Unione rendono tutti più
sensibili. Ne erano da tempo insofferenti i francesi. L’insoddisfazione è
montata ultimamente anche nei paesi dell’Est, per l’irresolutezza sull’immigrazione
e l’Ucraina.
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