giovedì 14 gennaio 2016

Hitler era un povero perseguitato

Il libro di Hitler è pericoloso? Non forse al punto da essere proibito, come un corpo del delitto. Ma è un libro mosso dal risentimento. E per questo molto tedesco. Il capo si presenta predestinato, quello fascista ancora di più, Hitler invece si vuole sfortunato.
Il risentimento è dichiarato, nella prima parte, e anzi insistito, la parte autobiografica. Forse effetto della demoralizzazione: il libro fu scritto in prigione, nel 1923-24: Ma tant’è: fa a lungo la storia di un povero  perseguitato, dal padre, dagli insegnanti, dall’accademia di disegno, e in guerra. E pure dalle donne, per la paura costante che spende e spande delle malattie veneree – è uno cioè che la donna la pensa al bordello. Il lamento di una vittima, uno che si compiange, e non di un dittatore. Di un piccolo borghese, avrebbe detto Marx, o Kierkegaard, invidioso di tutto. Non il proclama di un capopopolo. Ma forse per questo adottato nazionalmente: per il senso costante di una certa cultura di sentirsi assediata e conculcata, dai tempi di Cesare. Come oggi, nella crisi economica, che “tutti” mettono le mani in tasca al contribuente tedesco – che invece è quello che se ne è approfittato di più. Certo, la “Bild Zeitung”, il giornale del risentimento, è innocua, ma l’animo è quello.
La novità è che si pubblica “Mein Kampf” in Germania integrale in edizione critica, con un apparato che lo triplica di lunghezza, fino a 2.000 pagine - al prezzo di 360 euro… Edito dall’Istituto per la Storia Contemporanea. Si dice che sia la prima edizione in tedesco, e che il libro era proibito, ma non è vero. Se ne possono leggere volgarizzazioni, interpretazioni, sintesi, elaborazioni liberamente – in inglese anche in edizione integrale - in tedesco per pochi centesimi in ebook. Ma l’evento è importante, forse, per gli stessi tedeschi, anche se è un’edizione da biblioteche: la prima parte, che è in genere omessa nelle traduzioni (non nell’edizione curata per Kaos da Giorgio Galli), dall’infanzia alla politica, è quella che chiarisce tutto. La ragione dell’omissione è peraltro chiarificatrice: non è una parte eroica, da condottiero, da führer.
Adolf Hitler, Mein Kampf

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