“Come minimo” è il suo
intercalare preferito. È un uomo pieno di certezze Hans-Werner Sinn, il
presidente per diciassette anni dell’Ifo di Monaco di Baviera, l’istituto
tedesco della congiuntura. È la voce del popolo, non preso sul serio in patria
ma influente abbastanza da fare danni, questo economista che a marzo andrà in
pensione. Il teorico e il capopopolo dell’uscita della Grecia dall’euro un anno
fa. L’oppositore del Fondo Europeo di Stabilizzazione, fino alla Corte
Costituzionale – che gli ha dato torto ma non l’ha domato. Quello che più di
tutti, con parole e opere, promosse l’affossamento del debito italiano sui
mercati nel 2011. E ancora per un anno continuò a fare campagna contro l’euro.
L’establishment democristiano
lo ha celebrato venerdì a Monaco – anche se Sinn è di origini
socialdemocratiche, e fu uno dei promotori dell’Agenda 2010 di Schröder, l’ultimo
cancelliere socialista: il presidente della Bundesbank, il ministro delle
Finanze Schaüble, lo stato maggiore della Csu, la Dc bavarese. Schaüble ne ha
approfittato per rilanciare il suo vecchio programma di un’Europa a due
velocità, o meglio a due o più cerchi concentrici. Aggiornato agli eventi
successivi: la Danimarca fuori dall’euro, la Gran Bretagna fuori forse dalla
Ue. E non punitivo: non fra meritevoli e no, l’odiosa pagella che il progetto
originario si arrogava, ma fra chi vuole e chi no – un piano politico. All’origine,
nel 1992, un piano molto condiviso all’interno della democrazia cristiana
tedesca , la Cdu e la Csu. ma non dall’allora cancelliere Kohl, che volle tutti
i “concorrenti” alla stessa piazzola di partenza, senza handicap e senza
vantaggi – gli handicap potendo tramutarsi in vantaggi.
L’attacco all’Italia
Sinn, uno che quando sparla
dell’Italia ride (di lui e gli altri
antitaliani v. G.Leuzzi, “Gentile Germania”, ed. Robin), redasse e pubblicizzò nella primavera del 2011 una
serie di note contro le banche italiane e il debito. Una cortina fumogena sul
dissesto delle banche tedesche, che Sinn conosceva bene, consigliere d’amministrazione
per dieci anni, fino al 2010, della HypoVereins Bank di Monaco, poi salvata da UniCredit.
Ma non solo: gli attacchi di Sinn furono determinanti nella speculazione che si
aprì sul debito. Con l’aiuto della Deutsche Bank, che liquidò tutti i titoli
del debito pubblico italiano in portafoglio, lo fece sapere al “Financial Times”,
ricomprandoseli a termine, e propagandò Sinn, fino ad allora poco seguito, nei
suoi bollettini e in interviste e convegni.
Le analisi e tesi di Sinn
furono rilanciate a ottobre, mentre la banca si disponeva a riacquistare Bot e Btp,
dal capo economista della Deutsche Bank, Thomas Mayer. Con commenti del genere: . “Offrire un’assicurazione di prima
categoria sui titoli contro il fallimento dell’Italia ci colpisce come offrire
un’assicurazione sulla cristalleria al padrone di una casa prossima a un
impianto nucleare che sta per collassare. Né il padrone di casa né il detentore
di titoli italiani si sentirebbero molto sollevati da questa assicurazione”.
Con spreco di distinzioni fra germanici e latini. Mayer ammonì anche
pubblicamente contro ogni ipotesi di aiuto europeo all’Italia.
Sinn è stato insignito del premio Ehrard all’Economia nel 2013. Il premio gli fu attribuito da Thomas Mayer.
Sinn è stato insignito del premio Ehrard all’Economia nel 2013. Il premio gli fu attribuito da Thomas Mayer.
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