giovedì 28 gennaio 2016

Italiani bipolari incattiviti

L’umor nero è quello degli italiani, insoddisfatti, risentiti, rancorosi, impoveriti economicamente e moralmente, che si confrontano per insulti invece che con argomentazioni. Non lo è del costituzionalista, che invece resta vispo, e anzi mostra i raggiri e i difetti degli ingranaggi che ci hanno portati alla depressione, costituzionali, legali, burocratici. In ventuno capitoletti, dalla A di Anagrafe alla Z di Zapping, “l’alfabeto del nostro scontento” sottotitolando la raccoltina. Con Riforma, Semplificazione, Europa, Habeas Corpus.
Il Bipolarismo? Non può funzionare senza un adeguamento della Costituzione, che nacque rigorosamente proporzionale. Senza contare che “con il proporzionale il sistema politico si atteggiava in modo bipolare, con il maggioritario è diventato bipolare” – basti ricordare il povero Prodi, alle prese con dodici partiti, o vedere Berlusconi sfidato da Fini, Alfano, Fitto, Verdini. Anche la Germania, per dire, perfettamente proporzionale, è perfettamente bipolare: è bastato vietare (anni 1950) un paio di partiti estremisti, cioè non includibili in un programma di governo – quando poi è apparsa la Linke-Pds, il partito parlamentare alla sinistra della Spd, la socialdemocrazia, il bipolarismo è praticamente saltato, due governi su tre sono di Grande Coalizione Cdu-Csu.Spd.  
Il diritto c’era prima , dal codice di Hammurabi, che si ricordi. Ma solo la Magna Charta ci ha protetti dagli arresti giudiziari. E ancora: solo nelle democrazia anglosassoni, forse. “Nelle carceri italiane (al 31 dicembre 2014)soggiornavano 53.623 detenuti; fra questi, 19.590 non hanno nmai ricevuto una sentenza definitiva di condanna”. Soggiornare è un po’ eufemistico. E l’Europa, “ha un’anima questo continente”? Non è la storia, una catena di guerre intestine. Non la lingua. Non la legge: “Nessun europeo potrebbe rispecchiarsi nelle norme astruse d Bruxelles. Non la religione. La cultura. Un breviario di realismo. Ma la cultura, quale cultura?
Una lettura non noiosa. Ma non propositiva, e risentita come i poveri italiani che depreca.
Michele Ainis, L’umor nero, Bompiani, pp. 192 € 13

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