Che senso dare all’annuncio di Putin che lavorerà a un accordo tra Iran
e Arabia Saudita? Fumo negli occhi non è. La Russia non ha molto peso diretto
sull’Arabia Saudita. E nemmeno sull’Iran, malgrado l’assistenza e le forniture nucleari,
e la guerra congiunta in Siria. Tuttavia ha interesse a bloccare una possibile
guerra guerreggiata tra sunniti e sciiti.
Questa possibilità è “il peggior scenario” per il Medio Oriente e la
pace mondiale che Henry Kissinger delinea in “Ordine mondiale”, e da una diecina
d’anni in interventi vari, e in consigli alla Casa Bianca. Poco meno che “una
catastrofe”: per gli equilibri regionali e mondiali, per gli approvvigionamenti
di petrolio, per il rischio contagio, all’Asia, al Mediterraneo e quindi al
mondo.
Questo rischio è evidentemente sottovalutato dall’amministrazione
Obama, che avrebbe più leverage su
entrambi i contendenti - anche, per strano che sembri, sull’Iran – e non lo
usa. Mentre Putin, che ne ha sperimentato un assaggio, in forma di oltranzismo
sunnita, in Cecenia, sarebbe realmente intenzionato a prevenirlo.
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