Prose emerse
dal lascito, scelte da Claudia Ciardi. Ricordi di un’infanzia felice, benché da
sorella brutta tre le belle e corteggiate, non invidiosa. Con una madre
infervorata di Napoleone. E un padre perso tra le dalie e le viole, e la
“signorile rosa pendula”. Dell’infanzia innocente, quando ancora si poteva.
Riveduta con innocenza, seppure in condizioni già difficili, con Hitler alle porte,
e anzi disperate – una di quei tedeschi solidi, benché ebrei, che non
calcolavano Hitler.
Scritture
impressioniste, benché la scrittrice fosse legata a “Sturm”, la rivista-gruppo
espressionista. Applicata e elegiaca più che pugnace e aggressiva – più vicina
al Cavaliere Azzurro di Kandinskij e Franz Marc, il suo fedele amico, il primo
quadro senza figure, senza fiori né cosce di modella, l’essenzialità della
visione, che si dispiegava nella minuscola casa dei
Russi a Murnau, sulla strada allora per la Lombardia, nella muta compagnia di
Gabriele Munter, che è una donna. Svanita oggi, la parola non è il pennello.
Eccetto che per la prosa centrale, il “Concerto” del titolo, che sarebbe anzi
manifesto appropriato della nuova ecologia. Una novità e un approccio anch’esso
felice: “Il mondo è Pasqua!”, resurrezione continua. Da “innamorata del mondo”,
ma non senza ragioni: “Il mondo fin dall’inizio è tutto intento a guardare
dentro le cose create, a ogni foglia, sassolino, goccia d’acqua e al più piccolo
granello di sabbia della spiaggia”. Che si vede, però, solo con occhio nudo. Di
quello a cui Dio una volta è ricorso in sogno, e gli ha chiesto: “Ti piace il
mio mondo? Ebbene, voglio regalartelo!”. Sulla base di una verità semplice: “Il
divenire del corpo dimostra la presenza dell’anima”.
Else
Lasker-Schüler, Concerto, Via del Vento, pp. 33 € 4 …
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