Scremato dal pettegolezzo, rimane il fatto: Juncker è
inadeguato. Succede di tutto, ma lui non se ne accorge. Si chiude Schengen, c’è
Putin in Ucraina, c’è il terrorismo a Parigi, c’è la guerra in mezzo Medio
Oriente, a milioni arrivano profughi e emigranti, e più ne arriveranno, c’è il
referendum anti-Ue in Gran Bretagna, il suo protetto turco Erdogan incarcera
giornalisti e universitari, e c’è sempre la crisi economica, che col
rallentamento della Cina non può che peggiorare. Ma lui si occupa di
pettegolare. Ora c’è pure la crisi bancaria – che la Banca centrale europea ha
provocato. Otto crisi che potrebbero anche strangolare l’Europa.
Manfred Weber lo difende, ma è il capo dei Popolari, il
partito che esprime Juncker. E ha scelto per difenderlo un terreno infido – una
gaffe di cui molti ridono a Bruxelles. Perché non è Renzi ad alimentare il
populismo, che invece potrebbe riassorbire, ma la Commissione di Juncker. La
quale agirà pure bene come lui pretende,
ed è giusta e rigorosa con tutti, ma l’evidenza è contraria.
È sempre meno Grande Coalizione, almeno in parte, tra Popolari
e Progressisti nel Parlamento Europeo e a Bruxelles. Il primo vice di Juncker,
il socialista Frans Timmermann, è da tempo muto. Il capogruppo di Alleanza
Progressista al Parlamento, Gianni Pittella, è sempre più critico.
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