Saltano gli accordi vecchi di un secolo, 1915-1916, denominati di
Sykes-Picot dai diplomatici che li negoziarono, che hanno stabilizzato il Medio
Oriente dopo la sconfitta ottomana con gli imperi germanici? Si lavora come se:
si disegna un altro assetto, con un Curdistan indipendente che dovrebbe nascere
nel Nord dell’attuale Iraq. Col petrolio dell’area di Mosul: una produzione
oggi di 500 mila barili al giorno, che dovrebbe raddoppiare quest’anno,
malgrado la guerra civile ancora in corso, facendo del Curdistan una media
potenza Opec (un milione di b\g sono 50 milioni di tonnellate l’anno).
È a favore del Curdistan indipendenteche grossi contingenti turchi
corazzati sono stati posizionati l’altro mese in Iraq nei pressi Mossul, la città.
Per aiutare a liberala dall’Is, che la controlla ormai da un anno e mezzo. In
accordo con la famiglia Barzani, potenti copi tribù, ore nella persona di Masud:
E col notabilato moslawi (sono moslawi gli abitanti di Mossul), la
vecchia borghesia ottomana ora in esilio, o in difficoltà sotto le esazioni del
califfato.
Il
trattato di pace con la Turchia, dopo la guerra del 1914-18, che prevedeva la
cessione della provincia di Mossul, prevedeva anche la formazione di un
Curdistan indipendente. Ma tre anni dopo, nel trattato di Losanna,
l’indipendenza venne ridotta ad autonomia amministrativa, e solo per i curdi
dell’Iraq. I curdi si ribellarono, ma prima la Gran Bretagna e la dinastia hascemita
che la Gran Bretagna aveva installato a Bagdad schiacciarono la rivolta. Senza
però chiudere la questione curda.
La
Turchia ha interesse a un Curdistan autonomo e anzi indipendente per argini
storiche – la politica estera del presidente Erdogan richiama esplicitamente
nei documenti programmatici quella dell’impero ottomano. E perché un Curdistan filoturco
disinnescherebbe la rivolta curda dentro la Turchia, che serpeggia su posizione
politiche più che etniche – postcomuniste.
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