Pd e 5
Stelle votano insieme in Parlamento i giudici costituzionali. Poi si dividono –
sono divisi dagli sbirri: i Pd condannati per Mafia Capitale, i 5 Stelle incolpati
in Campania per voto di camorra. Il più pulito ha la rogna.
Un parlamentare su quattro ha cambiato partito – tre quarti dei mutanti più di una volta. Questa legislatura è movimentata: eletta col voto di metà degli aventi diritto, con tanti governi del presidente, e con un capo del governo non eletto. Ma non molto più “mutante” delle precedenti, delle legislature post-Mani Pulite. Che dunque ci hanno liberati dalla corruzione o l’hanno sistematizzata?
I partiti non sono nella Costituzione,
ma politicamente bisogna rivalutarli, e nella storia: davano un indirizzo, e un
minimo di disciplina. Insomma, meno corruzione, un po’.
I paesi che si governano meglio in Europa
sono quelli dove la Seconda Repubblica all’italiana, del movimentismo, non ha
attecchito.
Singolari silenzi in Germania sui raid
nordafricani contro le donne tedesche la notte di Capodanno. Si sa solo oggi,
dopo sette giorni, che ad Amburgo sono state presentate 70 denunce. Ma non di
più – non se ne sa cioè.
Sublime analisi di Paolo Valentino
sul “Corriere della sera” oggi, sulle
aggressioni di massa alle donne di Colonia la notte di Capodanno. Da parte sì
di “criminali violenti”, ma solo “a quanto pare, di aspetto mediorientale e nordafricano”.
Di aspetto? A quanto pare, cioè in
realtà no?
Ci arrivano in
ritardo i media su Colonia. Il giorno 2 non c’è nulla, il giorno 3 neppure,
e neppure il giorno 4, non la mattina del 4 - le prime notizie si hanno durante
la giornata. Confuse, cioè censurate. Un
giornalismo fuori dei fatti. Ma per virtù propria, non costretto da nessun
potere, editoriale, politico o di polizia.
Oppure
sì, la censura c’è: quella note è una sconfitta della Germania, politica e di
sicurezza. Che non ama prenderle – ma questo si può capire.
Si sottace sempre l’incredibile gravità
dei fatti di Colonia: un migliaio di immigrati ha invaso il centro coi botti,
per aggredire, approfittando della confusione, derubare, e abusare almeno un
centinaio di donne – tante sono le denunce, 120 e più Una sfida criminale, di
bande organizzate. Ma anche uno sberleffo, violento, alle donne, e alla Germania,
il paese dell’accoglienza.
Uno scontro culturale radicale – non un
incidente, una follia, una ragazzata, un teppismo.
Silenzio in
Germania, Della polizia, che ha raccolto le denunce a Colonia e Anburgo. Dei giudici,
che avrebbero dovuto indagare. Del sindaco di Colonia, che è una donna, e pure
di destra, insomma liberale. Silenzio, quasi, dell’informazione. Silenzio degli
intellettuali, specie dei pedagoghi dell’inculturazione. Non c’è certo censura
in Germania, ma l’autocensura è forte.
Lo sberleffo alle donne tedesche viene
da parte delle stesse donne accolte. Dalle loro figlie, che si rifiutano di
andare a scuola. A Colonia come a Düsseldorf, di cui ora si viene a sapere. Il “modello
d’integrazione” è la legge, il resto è buona volontà.
È triste l’Europa in queste feste,
lamentando la minaccia del terrorismo, che la riduce all’insicurezza. Ma che
faceva la sicurezza a Colonia la notte della festa alle donne? Festa continua,
per ore di terrore.
Dobbiamo rallegrarci dei palpeggiamenti,
anche se intimi, meglio di un kamikaze?
La festa è sempre stata oggetto di
indagine, antropologica, mitologica, linguistica, come ogni rito o modo di
essere. Ma quest’anno con dispetto: paginate a Natale e Capodanno come a dire “ma
chi ce lo fa fare?” Anche il papa ammonisce a essere tristi.
È un mese che si sa, e finalmente per
san Silvestro il “Corriere della sera” scopre ad Arezzo, nella banca Etruria,
come a Bergamo e altrove, la “vecchia Dc” all’opera. E la nuova, a quando? Ancora
uno sforzo.
Non nevica, non si fa il presepe per i noti
motivi, e anche l’Is sbadiglia, così non si fa che parlare di polveri sottili, riscaldamento
del pianeta, e veleni. I quali però sono la metà, in percentuale e in giornate
no, rispetto al 2000, quando invece il giubileo fu festeggiato anche con i
fuochi d’artificio. Il ricco si lamenta sempre. Torna con la Dc il piagnonismo?
Natale povero, come il giubileo, di
luminarie, di parole, di propositi. Più che un papa dei poveri, questo Francesco
è un papa della povertà dello spirito.
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