La scommessa è facile che il giudice
sortivo Tosel darà a Sarri il massimo della squalifica, quattro mesi. Ma non
per il “finocchio”, per il “democristiano”.
O Tosel non darà a Sarri il minimo della
pena, due giornate, in coppa Italia, per lo stesso motivo?
Impassibile e muto il quarto uomo mentre
Sarri insulta Mancini. È l’unico arbitro impassibile di tutta la serie A,
perché ce ne tacciono il nome?
È anche un ottimo uomo di spettacolo: è
lui che ha dato inizio al thrilling segnalando 9 minuti di recupero (nove).
“Quarto uomo” era un film una trentina
d’anni fa di Verhoeven, tacciato di omofobia. Che però era stato scritto da
Gerard Reve, il primo olandese a dichiararsi omossessuale. Bisogna eliminare il
quarto uomo, sarà lui che induce al litigio.
Impassibile e muto anche il presidente
del Napoli De Laurentiis. Che però sa che la “cosa” tira: al cinema ci fa bei
soldi.
“Fonti
Ue” attaccano il governo italiano e anzi l’Italia. Si sa che queste fonti sono
il capo di gabinetto di Juncker, Martin Selmayr, tedesco, ma nessun corrispondente
italiano lo scrive. Omertà?
Si fa il
nome di Selmayr solo oggi, e solo perché oggetto di un’interrogazione a Strasburgo
dell’europarlamentare del Pd Nicola Danti.
Si fa
oggi il nome di Selmayr in connessione con Danti, ma solo Lettera43, il
quotidiano online, dà il dispositivo dell’interrogazione: “L’accusa
è di non aver rispettato il codice di buona condotta amministrativa dei membri
della Commissione. Il tedesco Selmayr «costituirebbe un canale
privilegiato di informazione per le cancellerie di alcuni Stati membri,
consentendo il passaggio di comunicazioni riservate». Per “cancellerie” intendendosi
Berlino.
Nelle cronache da Bruxelles non si dice mai – mai, neanche per pettegolezzo – che Juncker, Rajoy, Merkel, Weber, tutti i dichiaranti, sono del partito Popolare, i democristiani d’Europa. Perché anche Renzi lo è? Ma Renzi è il segretario del partito che in Europa sfida i Popolari, l’Alleanza Progressista. O sono la stessa cosa?
Si vanta Borrelli, il giudice napoletano
di Milano, che la “restrizione della libertà” al suo tempo “nella stragrande
maggioranza dei casi ebbe durata estremamente contenuta”. Un paio di giorni di
“restrizione” farebbero dunque piacere anche a lui?
Il carcere come “restrizione della libertà”.
A suo modo, Borrelli è onesto.
In realtà Borrelli a suo tempo se ne
vantò, il 3 giugno 1993 a Saint-Vincent, a un convegno pubblico stampa-giudici:
“Noi incarceriamo la gente per farla parlare”. Come i preti un tempo. Oggi è
pentito? È ipocrita?
Renzi si prende i servizi segreti, dopo
essersi preso quasi tutto, il Sud (e il Nord), l’Europa, la guerra, eccetera. E
li affida a un suo amico e paesano, specialista di tecnologie informatiche, che fornisce ai servizi segreti.
Se li prende non per sé, per spiarci, ma per palazzo Chigi, per fare un premierato
al posto della vecchia presidenza del consiglio. Stravolgendo la legge e anche
la costituzione. Nel silenzio dei media, della Consulta e del Quirinale.
Naturalmente non è un golpe, poiché è
pacifico, anzi unanime.
Danimarca e Svizzera chiedono la dote
agli immigrati. Anticipata, in conto futuri servizi. Il capitalismo avrà radici
protestanti. E il protestantesimo?
Grande festa a entrata libera per i 40 anni di “Repubblica” al Parco della
musica a Roma. In realtà a inviti. Piena di ospiti , cantanti, attori, conduttori,
tanti che non avevano il tempo di aprire bocca per far continuare la sfilata. Ma
nemmeno una donna: “la Repubblica” ha cambiato natura, che era il giornale
delle maestre di scuola?
Continuano i grandi giornali a montare
due e tre pagine su Quarto, sull’abuso edilizio in via di sanatoria che sarebbe
stato commesso dalla famiglia del marito della sindaca, solo perché la sindaca
è 5 Stelle, ex. Senza vergogna. Si sfogliano “Repubblica”, “Corriere della
sera”, “Il Mattino” con un senso di vomito.
Non c’è altro scandalo da accollare ai
grillini? Questo Woodcock fantasioso è così potente?
La sindaca poi si dimette, dopo essersi
battuta contro tutto e tutti, e senza nemmeno essere indagata dicendo: “Ha
vinto al camorra”. Che è vero, ma non della camorra in senso proprio.
Laurence Fink, pad di Blackrock, il più
grande fondo d’investimenti, 4.500 miliardi di dollari in gestione, un quarto
del debito pubblico americano, e William Gross, il creatore di Pimco, secondo o
terzo grande gestore di fondi, possono annunciare oggi “altro sangue”, “tanto
sangue” nelle Borse di tutto il mondo. Soddisfatti. E onorati. Dicono anche
dove rifugiarsi: “Nei bond Usa”. Che loro devono vendere. È il mercato di
Gengis Khan.
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