Fa male Renzi a andare in visita in Germania, come ha annunciato e auspica?
Bene non fa. Non ha nulla da farsi perdonare, e molto anzi da pretendere. Ma
proprio per questo non avrebbe dovuto chiedere – o prestarsi a – un bilaterale
a Berlino. Il ministero degli Esteri non conta molto nel governo di Renzi, ma
la politica europea del presidente del consiglio è seguita con apprensione
crescente: troppo dilettantismo per i professionisti della diplomazia.
C’è da restituire la visita che Angela Merkel ha fatto in Italia, a
Firenze, un anno fa. Ma la diplomazia sa come cavarsi senza danno da queste
questioni di etichetta. E può anche darsi, per vari segnali, che la cancelliera
ritenga venuto “il momento dell’Italia”, come ha fatto con altri paesi che aveva
antagonizzato e ritiene subalterni - la Grecia per comprarsi a saldo gli aeroporti
ellenici, e la Turchia per non sappiamo ancora che business. Ma se così è a
maggior ragione Renzi doveva aspettare. Magari creare un’occasione di business, che venisse lei a Roma, portatrice
o ordinatrice, a suo modo, di doni dopo il diluvio.
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