Una dozzina di liste si contende il rinnovo del consiglio di amministrazione dell’Inpgi, piccolo istituto di
previdenza dei giornalisti. Forse perché il presidente si paga una retribuzione di 260 mila euro anno. Superiore
a quella del presidente dell’Inps.
Il “Corriere della sera” paga una collaborazione
a Roma 10 euro, lorde.
“Il Tempo” la paga 8 euro, lorde.
Non si fanno contratti giornalistici da un quinquennio.
Mentre si moltiplicano le testate, cartacee e online, l’Inpgi ha perduto negli
ultimi cinque anni il 15 per cento degli
iscritti: tremila contratti giornalistici sono stati cancellati – pensionamenti
senza sostituzione, prepensionamenti, licenziamenti, E la cassa integrazione,
esaurite la solidarietà, etc, è aumentata del 300 per cento.
Si sono fatti 200 nuovi contratti
giornalistici nel 2014 grazie a un fondo speciale della presidenza del
consiglio – Luca Lotti. E 500 nel 2015 con gli sgravi fiscali previsti dal jobs
act. Ma nel complesso l’Inpgi ha perduto nell’ultimo quinquennio il 15 per
cento degli iscritti.
Le innumerevoli facoltà di Scienza dell’Informazione
e gli innumerevoli Corsi di formazione epr giornalisti previsti da una legge
del 2011 sfornano ogni anno diecine di migliaia di giornalisti senza sbocco. La
professione conta poco più di 19 mila attivi. .
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