In gioco non è Juncker – non conta niente – ma il predominio dei
Popolari nella Ue. E per essi della loro leader riconosciuta Angela Merkel. Che
in questo terzo mandato alla cancelleria ha accentuato l’impronta cristiano-democratica
della sua leadership, mentre prima
era di tutte le cause e di tutti i partiti, anche liberale, verde (out le
centrali nucleari) e socialdemocratica.
C’era già stato qualche voce isolata di disagio, in seno al Parlamento,
per la conduzione troppo “confessionale” dell’esecutivo europeo. Ma forse il
dissenso socialista e progressista è più ampio, e Juncker nervosamente ne ha
dato atto. L’Ue è retta da una sorta di Grande Coalizione all’uso tedesco, ma
la parte minoritaria, ne è sempre meno contenta. I sondaggi tedeschi che danno
in calo Angela Merkel potrebbe averli spronati a differenziarsi. Si
spiegherebbe in questo senso anche la campagna “antitedesca” di Renzi, che
rappresenta la forza maggiore dei Socialisti Progressisti a Strasburgo
Nessun commento:
Posta un commento