lunedì 25 gennaio 2016

Un’altra Russia prima dell’impegno

Gor’kij era un altro. Come si legge nei tre racconti che Paolo Galvagni ha qui recuperato, e si vede nella foto dell’artista da giovane che li accompagna. Prima che la politica lo assorbisse, nel realismo che poi sarà dichiarato socialista e nelle polemiche – fino al ritorno a Mosca da Sorrento nel 1932, per esserne celebrato, e subito poi avvelenato. Non era l’impegnato celebratore della gioventù povera, che pure era stata la sua, orfano a tre anni, né l’agitatore arcigno e censore sociale. Era brillante, ironico, lieve – tra i suoi due numi, Cechov e Tolstòj, ancora sulle tracce del primo. Anche la sua Russia era un’altra, meno remota.
Maksim Gor’kij, La signorina e lo stupido, Via del Vento, pp. 37 € 4

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