domenica 10 gennaio 2016

Viaggio avventuroso con Carpaccio

Un testo di quarant’anni fa, 1975, tradotto dopo quindici anni dallo stesso editore francese, Hermann, e subito scomparso, come tutto in Italia quello che riguarda l’Italia, che la nobilita. Pieno di cose “curiose” (erotiche o affini, compreso il ciclo di sant’Orsola), al gusto dell’epoca, anni 1970. E di curiosità proprie di Serres, agudezas: lo spazio del linguaggio è quadrangolato, il dialogo è diagonale, Eva Ave, naturalmente, un albero del sapere che è l’albero genealogico, il “Cristo morto” come morte del sapere, del senso divenuto non senso. E “i due tipi di negazione”? La chiusura (Spinoza, determiantio negatio) e la sagittale, a freccia (la negazione attiva, militante): la filosofia è definizione-chiusura, quella del non, Spinoza, Kant… Parole in libertà. Ma l’impegno e la passione, del lungo, lento, viaggio sono eccitanti.
Un libro d’immagini – uno dei primi, poi ripetuto dallo stesso Serres e da Didi-Hubermann. Un viaggio avventuroso, con le immagini di Carpaccio, da Venezia a Berlino, Caen, Lugano, New York, dovunque il filosofo ritrovi il pittore.
Michel Serres, Carpaccio studi

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