venerdì 12 febbraio 2016

A Sud del Sud - il Sud visto da sotto (275)

Giuseppe Leuzzi

Giambattista e Giandomenico Tiepolo hanno una serie interminabile di affreschi, quadri, disegni, schizzi, album su Pulcinella. Oggi non sarebbe possibile.

Si marcia uniti, in famiglia. Non tanto nella buona sorte quanto nella cattiva, per condividere gi errori e le sventure degli altri. È sempre stato così, la distruzione di Troia ebbe luogo non a causa di Elena ma perché Ettore, l’uomo giusto, volle aiutare il fratello Paride, che Elena aveva rapito. E per l’invidia degli dei, Atena contro Afrodite.

L’hegelismo meridionale ha dato all’Italia una cultura europea. Il Nord ha dato il fascismo. E Gobetti. Che per andare  indietro a fare a Torino il giovane hegeliano prima di Napoli, s’imbatte nel positivismo e scopre Cattaneo, l’insegnante delle tecniche.  

Non come il Nord, ma anche il Sud a volte è ferino: per la mancanza radicale di libertà. Il Sud non è tanto quello non affrancato dal bisogno quanto quello dipendente dalla violenza: è al primo stadio, Vico direbbe, del passaggio verso la libertà.

Se la provincia fa il carattere.
Grado non è Jesolo, con la quale pure compartisce la laguna: le due cittadine sono due mondi totalmente diversi. Perché Grado è friulana, o giuliana, e Jesolo è veneta, cioè di diverse autorità regionali? O si prendano i napoletani, sempre indulgenti con se stessi. Mentre a Caserta, pochi chilometri, è un altro mondo, non compiaciuto – e comunque disprezzato dai napoletani, senza reazione dei casertani. O, lungo la Cassia, i due mondi totalmente diversi tra il senese e il viterbese. O i due mondi sovrapposti ed estranei, anche remoti l’uno dall’altro, di Lucca e di Massa Carrara..
Ogni città, ogni paese, dice Norbert Elias, separato dal vicino per un qualsiasi evento, anche amministrativo, finisce per avere una sua “configurazione”, un sistema di interrelazioni specifico o “chiuso”, che cristallizza nel tempo in comportamenti e mentalità. Questi nuclei, “configurati”, si identificano nella rete di cui sono parte, etnica, storica, linguistica, dice il sociologo. E evidentemente anche amministrativa – politica, di governo. Ed ecco che basta un semplice tratto sulla carta per segnare differenze vistose.
Si può farne il riscontro lungo l’autostrada. Stessi luoghi, stesse popolazioni siano divisi amministrativamente: dopo qualche decennio, la diversa gestione politica cambia anche i connotati. È la forza della politica -  dell’azione, dell’attività.
Si segua la statale 116 Ionica e a un certo punto, prima dei segnali, si avverte un cambiamento. La stessa strada non ha più buche, ha l’asfalto liscio e la barra continua bianca ai bordi e al centro. Perché si è lasciata la Calabria e si è entrati in Basilicata. Le stesse popolazioni, le stesse famiglie probabilmente, hanno una diversa sensibilità da un lato e dall’altri della provincia, tra Cosenza, che pure in Calabria è bene amministrata, e Potenza. Ecco come nasce il Sud, col malgoverno.

Com’eravamo
21 ottobre 2006:
“I sindacati portano a Foggia venti o trentamila manifestanti contro lo sfruttamento del lavoro immigrato. Al Sud e non al Nord, o al Centro? Dove gli immigrati sono molto più numerosi oltre che sfruttati?
“In Puglia, si dice, c’è il caporalato. Perché, nel Veneto non c’è?”

Sudismi\sadismi
Gioacchino Criaco assicura di sapere, nel suo ultimo romanzo, “Saltozoppo”, per via di nonno, che “i contadini affamati” in Calabria mangiano “i cani, e anche i gatti. Qualche volta persino i topi. (Il nonno) diceva che gli uomini fanno cose terribili quando hanno padroni spietati”. Se non che i calabresi possono essere spietati, ricchi e poveri, ma non hanno padroni, sono anarcoidi per costituzione.
Non si sono mai mangiati topi in Calabria, né animali domestici. Negli anni del nonno di Criaco, anzi, 1940-1950, era un bengodi: si mangiava senza limitazioni, e senza borsa nera.

Su mezza pagina un fumoso articolo a doppia firma (doppia confusione?) di traffici illegali nel Mediterraneo, non si da dove a dove, né di che. Sì, droga, armi profughi, probabilmente anche organi umani, c’è tutto, ma così per dire. Non importa, la mezza pagina serve al “Corriere della sera” per una vistosa cartina del Mediterraneo in cui è segnato in evidenza il porto container di Gioia Tauro. Gli è proprio indigesto.
Non si può dire razzismo, il “Corriere della sera” è diretto da un napoletano. Oppure sì, l’odio-di-sé è funzionale al razzismo?
Gli unici traffici sospetti che l’articolo denuncia sono quelli ”segnalati dall’Ais” (Associazione Italiana di Sommelier? Associazione Italiana di Sociologia? Automatc Identification System? Probabilmente è l’Aise, i servizi segreti italiani): “L’Ais ha segnalato nel capoluogo ligure 7 casi sospetti, 5 riguardanti munizioni e 2 profughi”. Allora, sarà che Gioia Tauro è diventata “capoluogo ligure” al posto di Genova.
Però, quanta ignoranza a Milano.

Discolpa
Essendo solo un italiano del Sud
Da trattare perciò con diffidenza
Tanto più che non sembro del Sud
Il che la cosa rende più sospetta
Al punto che a volte pur mi confondo
Se in Germania mi prendono (a esempio)
Per francese, e in Francia invece per tedesco
È per questo, per non pestarmi i piedi,
che evito il Nord, dal muro di Ancona in su.

leuzzi@antiit.eu

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