Il
Procuratore Capo di Milano uscente Bruti Liberati e il Procuratore Capo
reggente Forno hanno fatto delle nomine di favore. Cioè illegali. Ma non a
Milano.
Il
Consiglio giudiziario della città si limita definire queste nomine “irrituali”
– “I Consigli Giudiziari
si qualificano come organi territoriali dell’autogoverno”, secondo il Consiglio Superiore della
Magistratura, di cui sono organi consultivi.
Il
“Corriere della sera” fa ancora di più. Leggere per credere:
“Delibere irrituali”
E intanto il Consiglio
giudiziario critica ancora le circolari dei capi
E intanto il Consiglio giudiziario milanese (a maggioranza, con 6
contrari su 19 presenti) muove rilievi al complesso dei provvedimenti del
procuratore reggente Piero Forno il 30 novembre 2015, e prima del procuratore
Bruti Liberati dal 10 settembre 2014, che selezionarono due pm alla guida di
due sottodipartimenti. Un’assegnazione è definita «irrituale perché non
preceduta da necessario interpello a tutti i pm» e perché «il provvedimento non
è stato comunicato ai magistrati dell’Ufficio e tantomeno al Consiglio
giudiziario come invece richiesto dalle circolari Csm». Si censura poi che uno
dei provvedimenti si basi «su una motivazione meramente apparente e per taluni
aspetti non condivisibile, in quanto valorizza profili di specializzazione
invero non rilevanti e non considera adeguatamente le qualificanti esperienze
degli altri candidati». E si additano anche «presupposti errati in via di
fatto»: come «l’asserita minore anzianità» attribuita a una pm rispetto al
collega scelto, quando invece la pm aveva «eguale anzianità di ruolo» e anzi
«maggiore anzianità di servizio». L.Fer.
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