Villa Pamphili, la più grande e frequentata di
Roma, ha una ventina di strutture architettoniche fatiscenti per incuria. Una
di esse, in concessione, dopo due anni di procedure, per usi commerciali e
culturali, è stata chiusa subito dopo l’avviamento dai vigili. Per questo motivo:
le attività commerciali erano preponderanti su quelle culturali. Troppi caffè.
Nessuno ci crede, a questa motivazione, ma a
torto: la richiesta di mazzette si sa che a Roma è proibita. Da parte dei
vigili, poi.
Quello di Villa Pamphili è l’unico esercizio
commerciale chiuso dai vigili dacché ce n’è memoria. Con altri ci hanno tentato
ma la chiusura si è arenata nelle procedure. Bisogna felicitarsi con i vigili, nel
caso di Villa Pamphili, oppure le cooperative hanno più problemi nelle
procedure?
Nell’esercizio chiuso a Villa Pamphili le
cooperative affermano di avere speso 300 mila euro per riadattare il casale fatiscente.
Ma se anche ci avessero speso un decimo, un bel pungo in un occhio hanno
ricevuto. Per non dire delle famiglie con bambini. Consentivano pure di prendere
il caffè seduti in giardino senza pagare il supplemento “servizio”. Uno spreco,
un lusso, bisogna essere severi.
Nessun commento:
Posta un commento