Nel sua storica sindacatura Marino ha
trovato i soldi per dotare i vigili urbani di una fornitura di macchine – tutte della stessa ditta - per il
controllo della velocità in città, limite di 50 kmh. A Roma è impossibile
superare il limite. Eccetto che nelle autostrade urbane, Colombo, Pontina,
Salaria, il viadotto Flaminio, i viali di circonvallazione, Fiorentini,
Togliatti, etc., nelle ore non di punta. L’ora e i luoghi dove i vigili si
appostano. Poi si dice che non ci sono mafie a Roma.
Afferma il legale di Buzzi al processo Mafia
Capitale che le cooperative rosse del suo assistito non avevano che il 3 per
cento degli appalti. Del sociale. Sembra inverosimile ma è possibile – anche il
5 per cento, anche il 10 sarebbe plausibile: il terzo settore, dei servizi
pubblici privatizzati, è gigantesco, cresciuto senza controlli, e pullula di
soggetti, anche non qualificati – le cooperative se non altro funzionavano. È il
cuore del sottogoverno, anche senza mafia.
I vigili urbani di Roma fanno pagare 14 euro
per spese di notifica, per una multa di 28 euro. Per inefficienza o per
sopruso. Illegale, ma chi ricorre per dieci euro?
Un percorso medio dal quarto sud-occidentale
di Roma, Trastevere, Monteverde, Testaccio, Magliana etc., verso la stazione
Termini comporta un paio di km. di più dopo la chiusura dei Fori Imperiali. Che
naturalmente andava fatta. Ma non ci sono altre soluzioni rispetto ai girotondi
improvvisati per la subitanea decisione.
Un provvedimento esecutivo su cinque
dell’esattoria Equitalia è infondato, e dei restanti quattro tre sono
appellabili. Equitalia se ne lamenta, per giustificare i suoi costi, ma è
l’esito della pubblicizzazione dell’esazione fiscale: gli enti pubblici fanno a
meno del minimo di efficienza richiesto dall’atto amministrativo, specie i
Comuni. Che peraltro hanno il vezzo-vizio di caricare il budget di esazioni
infondate – come fece Veltroni sindaco di Roma coi famosi due milioni di
“cartelle pazze”
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