domenica 14 febbraio 2016

Giornalismo di Stato, ignorante

L’inglese maccheronico pervicace di Renzi è il segno di una politica, oltre che di provincialismo: die fati esteri non gliene frega nulla. A lui come a ogni altro politico. Anche quando parla di Bruxelles o Berlino, Renzi parla all’Italia di cose italiane, di piccinerie di solito. Italia. Continua in questa terza Repubblica il vezzo democristiano di chiudere l’Italia nell’Italia, che è la vera debolezza dell’Italia da ormai settant’anni. Nella Ue e altrove. Di Renzi come di Mattarella, o di Boldrini.
Abbiamo Mattarella negli Usa e Boldrini in Grecia non per altro, con un codazzo di giornalisti sui loro aerei di Stato. Per guadagnarne la confidenza, e farsi portavoce dei pettegolezzi. Continua la pratica vecchia Repubblica degli inviati al seguito dei potenti, ospiti di riguardo.  Un uso unicamente italiano, scandaloso per ogni deontologia.
I potenti della Repubblica, i presidenti, i presidenti del consiglio o delle Camere, qualche ministro influente, vanno all’estero per farsi pubblicità gratis sui media, dalla Rai in giù. La loro olitica estera si riduce all’uso di questa piccola corte per le loro beghe politiche, personali, di corrente, di partito. I loro interlocutori all’estero ormai lo sanno, che non si preparano nemmeno più agli incontri – servono per una fotografia.

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