Pasquale
Di Palmo resuscita Huysmans. Vecchia gloria poi dimenticata, il creatore di Des
Esseintes nell’estenuato “À rebours”, a ritroso o controcorrente (tradotto in inglese “Against
Nature”, contro natura): l’esteta decadente, mezzo satiro e mezzo monaco, fra
droghe distillate e fantasmi carnali, modello di tre-quattro generazioni di
adolescenti, l’ultima ancora vivente - a partire da Oscar Wilde, e incluso D’Annunzio
benché già adulto. Dopo essere stato naturalista, membro fondatore del gruppo
di Médan, con Zola, Maupassant (cui è dedicato uno degli scritti del
volumetto), e in parte i Goncourt (idem).
Huysmans
finirà monacale, come era nella natura ambivalente di Des Esseintes, tra una
vita di don Bosco e una rivendicazione dei miracoli, “Le folle di Lourdes”. Ma
aveva vena complessa di scrittore, attento a un fraseggio sempre in vario modo
accattivante. E antenne aperte sulle pieghe della realtà e la sensibilità: il
satanismo e l’immaginazione (farà in tempo a essere un’icona del surrealismo
prima di finire bigotto), oltre al naturalismo e all’estetismo Più ironico (distaccato) che impegnato. E con
un senso acuto – eccitante e colpevole – del peccato.
Queste
prose brevi, tratte dai “Crocquis parisiens”, non tradotti, sono l’altra faccia
del minuto quotidiano (“Il mercante di marroni”, “Il parrucchiere”), l’immaginazione
in fuga (“L’ossessione”), la deriva lasciva che più spesso lo accompagna: “L’ascella”
e “La secca” sugli afrori e i turgori della parigina, “La venditrice ambulante”
e “La lavandaia” sull’attrazione-repulsione del puttanesimo, “Damiens” sulla
sua propria incapacità di altri amori che mercenari.
Damiens
è l’attentatore di Luigi XV – “quell’uomo che aveva così puerilmente tentato di
sopprimere con una punta di temperino un
re” - finito squartato vivo. Lo
scrittore si vede riflesso, “spaventoso spettacolo”, sul letto seminudo dopo l’atto,
come Damiens in un’incisione intravista in una vetrina, del momento prima dell’esecuzione.
Lui stesso, “attraverso quattro diverse riflessioni, squartato in qualche modo”:
per la “bassa concupiscenza”, per la “disillusione immediata del desiderio”,
per “il rimorso penitenziale dei soldi versati”, per lo “sgomento espiatroe che
lasciano, una volta commessi, i fraudolenti misfatti dei sensi”. Il monaco al bordello.
Joris-Karl
Huysmans, L’ossessione, Via del
Vento, pp. 33 € 4
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