Il
sottotitolo è: “Sull’inconveniente di collegare idee morali a certe azioni
fisiche anche se non ne comportano”. L’interlocutore B. del dialogo, l’autore,
si scandalizza per certi usi che il comandante Bougainville ha testimoniato nel
suo “Viaggio intorno al mondo”. Per esempio “l’infibulazione delle donne; e da
lì tanti usi di una crudeltà necessaria e bizzarra, la cui causa si è persa
nella notte dei tempi, e mette i filosofi alla tortura”. Per un intreccio
perverso tra divino e umano nelle istituzioni storiche: “Un’osservazione
abbastanza costante è che le istituzioni soprannaturali e divine si fortificano
e si eternizzano, trasformandosi alla lunga in leggi civili e nazionali; e che
le istituzioni civili e nazionali si consacrano, e degenerano in precetti
soprannaturali e divini”. Le “istituzioni soprannaturali e divine” è una
contraddizione in termini, ma il ragionamento è chiaro: cosa è storico e cosa è
divino, è un garbuglio. Ma non c’è dubbio che certi divieti e obblighi sono
infondati e inconsistenti: col “Supplemento” l’illuminismo si apre al
naturalismo, ma in chiave sempre di ampliamento del perimetro delle libertà. .
Antonio
Santucci, studioso di Gramsci, ha preparato questa riproposta in chiave di
etnoapertura. Del viaggio di pura scoperta, non a fini imperialistici. Della
molteplicità delle culture, senza gerarchie – tema già di Montaigne. Ma non di
indifferenza, né senza un criterio di razionalità e giustizia: è questo il problema
di Diderot. Il capitano di vascello barone Louis-Antoine de Bougainville aveva
prodotto nel 1771 un enciclopedico “Viaggio intorno al mondo”, dopo un viaggio
per e da Tahiti nel 1768. In cui parlava più di cose non viste che viste, ma
esaurientemente. Tanto da scuotere l’antinaturalismo di Diderot, che subito
recensì il “Viaggio” e pochi mesi dopo lo arricchì di questo “Supplemento”
teorico.: Il cui interesse, antiquario e contemporaneo, è inesauribile. Dal
semplice. Le previsioni del tempo, allora per Diderot come per noi oggi in Italia:
imprevedibili – in Svizzera dicono il minuto esatto e anche la strada dove
pioverà. O il viaggio come spostamento del punto di osservazione. O le
“riduzioni” dei gesuiti nel Paraguay come un sistema di crudeltà spartana:
“Quei crudeli Spartani in tonaca nera usavano i loro indiani come Lacedemoni i loro iloti”. Al complesso.
Si prenda
l’insularità come origine degli stermini: antropofagia, massacro di bambini,
sacrifici rituali, infibulazione delle donne, castrazione dei maschi. Tutte
cose non più insulari, ma sì all’origine, come reazione alla sovrappopolazione
in un perimetro ristretto – la cosa si potrebbe applicare alle interminabili
guerra nella piccola e popolosa Europa. O l’incesto non innaturale, considerata l’origine dell’umanità secondo i testi
sacri. Ma contrario all’ordine sociale: “Che diverrebbero al scurezza di un
capo e la tranquillità di uno Stato, se tutta una nazione composta da parecchi
milioni di uomini si trovasse raccolta attorno a una cinquantina di
capifamiglia” – l’asfissia della società oligarchica oggi. O la condanna
dell’atto sessuale: “Come è accaduto che un atto il cui scopo è così solenne, e
al quale la natura ci invita col richiamo più potente; che il più grande, il
più dolce, il più innocente dei piaceri sia divenuto la fonte più feconda della
nostra depravazione e dei nostri vizi?” Anzitutto “per la tirannia dell’uomo,
che ha convertito il possesso di una donna in una proprietà”. Il “possesso di una
dona” oggi suona ridicolo, me altre ragioni no: il sesso è tabù in virtù delle
leggi, nonché degli usi, quando privilegiano l’unione coniugale, e “per la
natura della nostra società, in cui la diversità di fortuna e di rango ha
istituito convenienze e sconvenienze”.
Diderot
si spinge a considerare l’anomia in Calabria come un allargamento dell’area di
libertà, ma questo necessiterebbe di un altro supplemento.
Denis Diderot,
Supplemento al viaggio di Bougainville,
Editori Riuniti Univ. Press, pp. 132 € 14
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