“Il
Foscolo mi fa imbestialire”, scrive Gadda al cugino Piero mentre il radiodramma
– ma è una farsa, linguistica – va in onda a radio Rai, a metà 1958. Un
radiodramma di cui questo è il testo, uno sfogo. Una delle bizze
dell’Ingegnere, particolareggiata, insistita - di “generosa bile”, dice il
curatore della Garanti, Fausto Gavazzeni. Contro la “lindura faraonizzata” del
poeta dei “Sepolcri”, e contro “la poesia dei Vati”, che si fa il dovere in
ogni epoca di mascherare sopraffazioni e violenze dei potenti.
Gadda ne
ha per molti, ma per il “Basetta” Foscolo in modo particolare. Per Napoleone, il
Nano, per il Kuce, il Somaro, il Mascellone (tutti Mussolini), per i suoi
piccoli borghesi lombardi, nonché – a livello più alto – per le madri e le
ville in Brianza. È spesso di malumore, che invano tenta di stemperare con
l’humour. Ma per Foscolo in modo
particolare. E a sessant’anni mise insieme tutti i malumori in una “farsa” alla
radio.
Scrivendone
a Bigongiari, al suo solito cerimonioso, per non scriverne – per non scrivere
dello stesso Bigongiari, “Alle origini dello stile foscoliano” – Gadda mostra
una unga dimestichezza con l’autore che rifiuta. Per motivi che è inutile
ripercorrere, nei pro e nei contro, essendo umorali. Una satiriasi, che celebra
nel mentre che dissolve. Unicamente per il piacere della scrittura, se non della
lettura. Accortamente Gavazzeni sottolinea nell’introduzione Garzanti i debiti
dannunziani: “il capobanda”, già usato da D’Annunzio contro Mascagni, invidioso
di demolirne “Cavalleria Rusticana”, “il labbrone”, “il Basetta”, etc.
Uno sceneggiato
canonico, secondo le “Norme per la redazione di un testo radiofonico” dello
stesso Gadda per la Rai nel 1952. Foscolo gli è antipatico, dice Gadda in una
finta intervista con il “Radiocorriere Tv”, perché è “un campione del
distillato spirito” dell’autore, di se stesso, “delle sue ragioni e dei suoi
umori”. Foscolo è fissa cronica di Gadda, come Manzoni. L’articolo-intervista,
che Gavazzeni allega, dice tutto, di Gadda e del Foscolo.
La farsa
Rai, recuperata in volume da Garzanti, editore storico dell’Ingegnere, nel
1999, viene riproposta da Claudio Vela, il curatore del revival Bembo. Una esumazione per aficionados ma noiosissima. Col paradosso Gadda
messo a nudo. Del commento migliore – leggibile, godibile – del testo. Sia
quello dell’edizione Garzanti, di Fausto Gavazzeni, sia questo di Vela, che lo adorna di godibili note, quattro volte più
lunghe del testo. Questo successe specialmente per i testi polemici: le bizze
del capitano in congedo sono socievoli quando non sono permalose. – l’ironia
non regge il volume. Un paradosso con codicillo: Gadda non ha – non ha avuto
finora – epigoni e eredi, ma sì molti critici entusiasti, ai quali funge da
dopamina.
Carlo Emilio Gadda, Il
guerriero, l’amazzone, lo spirito della poesia nel verso immortale del Foscolo,
Garzanti, pp. 103 € 8,50
Nessun commento:
Posta un commento