Con Bompiani e Marsilio, dopo
Adelphi, fuori dal perimetro Rcs, la Mondazzoli di cui Milano si finge scandalizzata
si mostra per quello che si sapeva essere: un regalo di Berlusconi a Rcs, che
salvasse i conti del gruppo nel 2015 e quest’anno. Cioè consentisse ai soci di
evitare l’ennesimo aumento di capitale in perdita – per l’anno venturo Dio provvederà,
cioè, si spera, il rilancio dei giornali via web, tutto introiti e niente
spese, come il “New York Times” e il “Financial Times”. Dopo l’operazione avevano
già spuntato, subito, le frecce i supercritici di Berlusconi, l’ineffabile
Della Valle – che in cambio è di casa al Tg 5 – con Bazoli, e anche Elkann e la
sua “Stampa”. Naturalmente per caso.
Berlusconi ha acquistato solo
il marchio Rizzoli. Cioè Pansa, che forse però lascerà Mondadori, e Alberto Angela.
Con la Bur, che però è un doppione degli Oscar.
Il regalo a che pro? Con
127,5 milioni, cifra enorme per un catalogo di libri inutile, si può anche opinare
che Berlusconi si sia comprata la benevolenza del “Corriere della sera” e della
“Gazzetta dello Sport”, o comunque la non belligeranza. Non tanto per la politica quanto per gli affari: la sua entrata in Telecom Italia, via Premium e Vivendi, e perché no con migliore posizione in Mediobanca.
È così, ma non è una colpa
né un peccato, semmai un atto di affrancamento dei due quotidiani dalle dirigenze vecchio Pci. In
armonia, certo, col patto del Nazareno.
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