La “pura
perdita” è la riserva spirituale, fino alla perdita di sé dei mistici. Un
catalogo e un’affermazione positiva. A partire da Meister Eckhart, Ossola
medita sulla “triste sorte di questa virtù”. Magistrale, un gioco demiurgico svolgendo
della parola e dell’analisi, fino a trovare la bonomia di Leopardi, la muta flaubertiana
Felicita, l’idiota di Dostoevskij in… don Giovanni. Ma persuasivo. Come un
ritrarsi da un mondo che non ci merita, al di sotto delle attese ma anche degli
obblighi.
Don
Giovanni è personaggio-tema su cui Ossola centra la riflessione, insieme con gli
amati Hammarskjöld (“il viaggio più lungo\ è il viaggio verso l’interno”), del
cui diario è stato il curatore nell’ultima edizione francese, e Foucauld, dei
cui “Deserti”, un estratto del dizionario tuareg-francese, Ossola è l’editore,
sempre in francese. Con letture golose dal “Neutro” di Barthes. Nel mezzo, le
lettere “morte”, o “corrispondenza negata”: le lettere non spedite che si sono
accumulate negli anni al manicomio di Volterra. Un florilegio di molta, umile,
sapienza, stilistica e morale.
Una filatura
sottile, un ricamo. Attorno al “cuore semplice”, l’eroe assente. Un mesto addio
ai “beni del mondo”, anche. Non mesto, sorridente. Ma non sereno, un po’ di risentimento
c’è. Di rivalsa.
Il volumetto
ripercorre un corso tenuto al Collège de France dieci anni fa, sotto lo stesso
titolo, “In pura perdita: la rinuncia e il gratuito”. La cui idea era germinata
a Ginevra, dalla tesi di uno studente che, rileggendo le documentazioni
familiari, epistolari, notarili, narrative, etc., si era imbattuto in un’ultima
volontà del nonno impelagato in una causa in tribunale: “Un giorno di Natale
sono nato, a Pasqua morrò, ma le mie ragioni non finiscono”. Un assunto che poi
Ossola scopre suo proprio, dell’infanzia,
un legato materno. Rielaborato sulla tesi di Klaus Heinrich, lo storico delle
religioni, “Saggio sulla difficoltà di dire no”, 1964, e sul successivo, 1967,
“Parmenide e Giona”, sul rapporto tra filosofia e mitologia.
Un’acuta (per questo estranea al gusto italiano? si
pubblica, tradotta, in francese) riflessione su ciò che resta dell’io. Dal
ritiro nel “neutro” di Barthes (altra nozione rimasta estranea in Italia). Con
una doppia, implicita, valenza, non estranea allo stesso Barthes: della ritirata
nel Neutro come mossa tattica, tanto è pregnante.
Carlo
Ossola, En pure perte, Rivages, pp.
89 € 5,10
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