Si faranno due guerre in
Libia, una Usa-Italia, col beneplacito dell’Onu, e una Francia-Gran Bretagna?
Fino ad ora sì, anche se la guerra non è dichiarata. Fu così che si fece nel
2011. Non una guerra tra i due schieramenti, ma una guerra dei due
schieramenti, per una diversa idea della Libia. Ognuno naturalmente chiamato da
un legittimo soggetto libico – l’asse Usa-Italia anche dall’Onu.
I due schieramenti combattono
per due diverse soluzioni. Quelo Usa-Italia per una Libia unita, Francia e
Inghilterra per la tripartizione, tra Bengasi, Tripoli e il Fezzan, ognuno in
mano a potentati locali affiliati, a Londra quello di Bengasi, alla Francia
quello del Sud sahariano.
È un modo di essere
dell’Europa all’insegna delle vecchie rivalità coloniali. Ma non sorprendente:
non c’è altra politica europea in materia di sicurezza e di difesa. Al punto
che la Direzione politica estera e sicurezza di Bruxelles, quella Federica
Mogherini, si astiene perfino dalle rituali dichiarazioni di buoni principi
nelle quali si risolve.
La tripartizione della Libia è
un vecchia idea anglo-francese, di quando l’Egitto era protettorato britannico
e il Sud Sahara colonia francese. Con Bengasi (Cirenaica) legata all’Egitto e
il Fezzan al Ciad e al Niger. Allora in chiave di politica coloniale. Sarkozy
la rilanciò con l’intervento unilaterale del 2011, mirando alla suddivisione
dei giacimenti di petrolio.
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