mercoledì 3 febbraio 2016

La resa dei conti immobiliari nel Pd

È un diversivo dallo scandalo Etruria. E un affondo, all’interno del Pd, del nuovo gruppo dirigente ex Dc contro il vecchio ex Pci. L’indagine del prefetto Tronca sul patrimonio immobiliare del Comune di Roma, dopo un lungo sonno, non ha altro significato.
Hanno riso tutti all’inizio nelle (restanti) sezioni del Pd romano sugli affitti irrisori delle case del Comune. Poi si sono ricordati che non è una novità: la cosa è nota ma non si fa nulla da una trentina d’anni almeno - da quando “il Mondo” pubblicò un primo elenco. E si sono ricordati perché: case, negozi, capannoni e terreni agricoli sono in comodato soprattutto a associazioni, gruppi, onlus sindacali e di partito – anche se le destinazioni d’uso sono cambiate rispetto agli accordi di locazione, spesso pluridecennali..
La questione venne allo scoperto con la giunta Carraro, l’ultima del centro-sinistra prima di Mani Pulite. Fu “incartata” dal Msi di Fini, paladino, anche in anni recenti, degli affittuari. E dal Pci-Pds, che condusse una campagna virulenta contro Carraro, reo di avere avviato un censimento degli immobili comunali, fino allo scioglimento della stessa - come narrato a suo tempo, e richiamato su questo sito ancora cinque anni fa.

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