“Non conosco i rapporti bilaterali
italo-tedeschi così bene da poterli commentare”, dice a Paolo Valentino, “Corriere
della sera”, l’ex ambasciatore americano a Mosca Michael McFaul: “Ma mi ha
colpito il fatto che il South Stream sia stato cancellato, mentre ora viene
raddoppiato il Nord Stream. Lo trovo strano”. Malizia americana sui rapporti intereuropei,
ma non solo.
McFaul era a Roma ieri al Transatlantic Forum on
Russia organizzato dal Center for American Studies, il centro presieduto dall’ex
capo della Polizia Gianni De Gennaro e diretto da Paolo Messa. Un convegno dove
l’ambasciatore Dan Fried, coordinatore della politica
sulle sanzioni del dipartimento di Stato Usa, aveva detto che è stata Berlino a volere la cancellazione del South
Stream, il gasdotto Gazprom-Eni via Mar Nero e Turchia verso l’Europa e l’Italia.
Per poi, poco dopo, raddoppiare il Nord Stream, il gasdotto che Gazprom sta
costruendo attraverso il Baltico verso la Germania. Facendo de facto della Germania il collocatore del
gas russo nel Centro Europa, con laute provvigioni. In barba, si può aggiungere,
alle sanzioni contro la Russia di cui pure si dice paladina.
Fried ha parlato senza smentite - la Germania
ha sempre taciuto sulla questione. Nel silenzio, peraltro, degli italiani. Al
convegno di Casini, presidente della commissione Esteri del Senato, e dell’ex ambasciatore
Salleo. Fuori e prima del convegno dell’Eni.
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