Si chiudono le frontiere interne
per non adottare una politica estera e d difesa. Per la quale c’è un titolare,
un Mr. Pesc, politica estera e di sicurezza comune, con un’organizzazione
volumnose e un cospicuo bilancio, anzi una Mrs., Federica Mogherini, la quale
però è un pesce fuor d’acqua, Mrs. Scacciapensieri..
La fine di Schengen non è un
paradosso, ma l’esito di una politica: quella di non avere politica, un’Europa
attrice nei contesti internazionali. Non negli affari monetari e commerciali –
la globalizzazione è nata e si gestisce tra gli Usa e la Cina. Non nella
diplomazia continentale e nei fatti bellici. Non, da tempo, nel grande bacino
di tensioni di ogni tipo che è il Mediterraneo meridionale. Come pure
nell’Ucraina, o a suo tempo nella Jugoslavia.
Per affrontare l’emergenza
immigrazione non sarebbe necessario uno sfoggio di potenza: basterebbe un
minimo di coesione e iniziativa. Ma il livello politico europeo, o delle
mentalità dominanti, e la capacità di iniziativa approssimano il nulla, al
netto delle insopportabili chiacchiere, al vertice e alla base.
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