Dunque, la Germania vuole che le banche
italiane non detengano Bot e Btp. Non più del 25 per cento del loro capitale,
ma è la stessa cosa: vuole un diluvio di Bot e Btp sul mercato. Perr accrescere
lo spread, che – non si dice ma si
sa, una delle tante cose che si sanno ma non si dicono - è un riapprezzamento dei titoli del debito
tedeschi, un minor costo degli interessi passivi per la Germania. Renzi si oppone, e uno deve dire: era l’ora.
Tanto più che non c’è nessun criterio per il 25 per cento piuttosto che per il
20 o per il 30 - la Bundesbank mette questo limite perché le “sue” banche sono
sotto quel rapporto.
Questo esercizio di oneupmanship va in aggiunta al bail-in,
altra medicina suppostamente di mercato imposta dalla Germania. Che però ne
esenta le sue banche. E mentre la banca più dissestata di tutte, Deutsche Bank,
è quella che passa meglio gli stress test e le altre jugulazioni della Banca
centrale europea. Dopo aver buttato a mare tutti
i Bot e Btp che deteneva a metà 2011, e averlo fatto sapere al “Financial
Times”, perché la tempesta si scatenasse.
Non si finisce di fare i conti di quanto male
la Germania abbia fatto e stia facendo all’Italia. Nel suo interesse, con
codazzo di Stati vassalli. Nessun complotto, beninteso, è tutto dichiarato e
sigillato. Il problema è della servitù volontaria. Dei governi di Napolitano,
Napolitano-Monti e Napolitano-Letta, peraltro consigliati da Angela Merkel.
Non si finisce di fare i conti dei danni enormi
dei governi Napolitano. Un po’ di autocoscienza il presidente emerito dovrebbe
farla, oltre che bacchettare gli altri.
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