Al prefetto Tronca risponde Pignatone, il capo del
Procura: l’ennesima affittopoli romana è tutta qui, tra le due “anime” (?) del
Pd. Con schieramento di giornalisti al seguito. Tutto per portare i diessini a
votare il popolare Giachetti.
Continua la saga del Procuratore Capo di Arezzo che non
demorde. Non inquisisce in realtà nessuno su Banca Etruria, e non lascia il
posto. Nemmeno ora che tutto fa intravedere la bancarotta fraudolenta, a favore
di alcuni soci, amministratori e obbligazionisti. Reato grave e anche evidente.
“la Repubblica” e “il Venerdì di Repubblica” piangono il
ribasso del petrolio: “Potremmo pagarlo caro”. Tutto perché i petrolieri
americani non guadagnano abbastanza, e molti anzi perdono. C’è una logica? Il
mondo va proprio “‘n’arreri”, come diceva il poeta siciliano Domenico Tempio.
Prudenza (cerchiobottismo) tra Renzi e Bruxelles in lite
continua: ha ragione Renzi come ha ragione la Ue. Mentre il fatto è un altro:
l’Europa è imbalsamata e in crisi per – per dirla con Piketty – “la Germania
non ama un dibattito come si farebbe in Parlamento, dove rischia di andare in
minoranza, e preferisce i criteri di bilancio automatici”. Anche se è “il
blocco della democrazia nell’eurozona con
un set di regole rigide che ci ha condotto sull’orlo dell’abisso”.
Il commissario Moscovici, molto
amichevole, dice che la flessibilità concessa all’Italia è troppa. Juncker
mette l’Italia sotto inchiesta per l’immigrazione e per il bilancio. Dopo aver impedito
il salvataggio delle quattro banchette, mentre lo concedeva alla grande Nordbank tedesca.
La sospensione del giudizio sul bilancio durerà quattro mesi. Cioè: l’Italia è
messa da Bruxelles nel mirino della speculazione. Stupidi, Juncker e Moscovici,
non possono essere.
Si può anche pensare a questa Commissione,
di Juncker, Vestager, Moscovici, come occupata a cerare un solido piedistallo a
Renzi, al di là cioè delle chiacchiere in cui il fiorentino eccelle. Questi
commissari non sono neanche domini
del proprio regno: sono burocrati che obbediscono a ordini. Ma perché a spese
dell’Italia – più spread e meno capitalizzazione in Borsa?
“Gloria
a Dio”, inneggia Ted Cruz vincendo le primarie repubblicane nel timorato Iowa.
Con una faccia e una smorfia da beffardo paraculo. La “diretta”, la tv, youtube,
quanto hanno fatto per distruggere la politica, svelandone i cosiddetti “arcana”?
Si capisce che nessuno ci creda, non voti, o voti a casaccio.
Bail-in europeo da
rivedere, il regolamento che addossa il fallimento delle banche ai correntisti
e ai sottoscrittori di obbligazioni. Lo dice il governatore della Banca d’Italia
Visco - oltre che il buon senso. Che però dov’era quando il regolamento fu
discusso e approvato, come sempre a Bruxelles all’unanimità? È il problema italiano,
la scarsa applicazione.
Si celebra Ventotene, la riconversione del
vecchio confino e il Manifesto per l’Europa, celebrando Spinelli, qualcuno
anche Ernesto Rossi, nessuno Colorni. Che invece il Manifesto ha redatto, pur attribuendone
la paternità A.S. e E.R. (che vi ebbe un ruolo minimo). Sempre subcultura Pci –
Colorni era socialista.
Spinelli si celebra in quanto
vecchio-nuovo Pci, benché abbia condotto una battaglia trentennale contro l’antiatlantismo
del suo vecchio partito, Rossi in quanto massone.
Arriva El Sharawy a Roma e fa gol.
Delirio delle cronache romane, inni al “neoacquisto egiziano”, e al “campione
egiziano”. Di buon cuore. Mentre El Sharawy è italiano da tutti i punti di
vista. Solo italiano. Quando non farà più gol sarà il brutto egiziano? È difficile
accettare anche solo un nome straniero.
La Procura di Milano doveva procedere
contro alcuni usurai, per sentenza del tribunale di Verbania. Non l’ha fatto.
Dopo cinque anni e inutili solleciti ha proceduto la Procura Generale. Se non
che la Cassazione ha cassato la Procura Generale e ha ridato la causa alla
Procura. Che immediatamente ha disposto il sequestro di beni per cinque
milioni. Sempre senza inquisire gli usurai.
Si ripetono con Verbania i fuochi
d’artificio dell’Aggiustizia Napoletana a Milano. Dopo i ritardi, i dinieghi e
gli abusi denunciati da Vigna e da Robledo. Ma la medaglia d’oro della
dell’Aggiustizia spetta indubbiamente alla Cassazione, cioè a Roma. Che ha
restituito gli atti alla Procura di Milano argomentando: “Contro l’inerzia
investigativa la legge non prevede alcun rimedio”.
I Napoletani di Milano tengono ancora
molti per le palle anche a Roma, non solo la famiglia Esposito?
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