La guerra Usa-Russia infine
si farà? L risposta oggi è sì, anche se by
proxy, con truppe gregarie, e in territorio neutro, la Siria. Anzi, non è escluso
il contatto diretto, delle due aviazioni, quella russa e quella occidentale.
John Kerry, il capo della
diplomazia americana, ha sostenuto la concertazione con la Russia e l’Iran, per
battere il comune nemico, di Usa, Russia, Europa e dello stesso Medio Oriente:
lo Stato islamico. Un tavolo di trattativa si è anche aperto, in sede Onu. Ma
la guerra all’Is è già passata in secondo piano. Il Pentagono è per una attacco
militare contro il governo siriano e i suoi alleati, e cioè la Russia e l’Iran.
Giustificando la guerra come un intervento umanitario e in difesa della
democrazia. E di logoramento della Russia di Putin. E questo è l’esito verso
cui Obama sembra ora propendere.
È in questa chiave che
l’Arabia Saudita si è offerta di fornire le truppe di terra che mancano al
piano del Pentagono. Insieme con quelle dei suoi 30 alleati sunniti. Il fronte Assad
vede le ruppe siriane sostenute da truppe irachene, iraniane e libanesi
(Hezbollah), con la copertura aerea della Russia. Il fronte anti-Assad è sul
terreno frammentato e diviso, e ha solo la copertura aerea occidentale.
L’offerta saudita non è
sembrata in un primo momento apprezzabile. I trenta alleati sono fantomatici. E
le truppe saudite non hanno esperienza sul terreno. Una inesperienza che le
difficoltà logistiche, di operare su un fronte remoto e nemico, aggraverebbero.
È invece sotto esame al Pentagono.
Il finale di partita ad
Aleppo sarà decisivo. Assad assedia la città con gli aerei russi. Il fronte
occidentale ha finora evitato un contatto diretto dei suoi cacciabombardieri
con quelli russi.
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