Gianfranco Rosi fa la luce grigia in
“Fuocoammare”, il film su Lampedusa. Non solare, un altro Mediterraneo, quello che viviamo: livido, di
morti.
È inevitabile pensare che l’Europa non
giova al Mediterraneo. Le migrazioni di massa, i salvataggi, gli eroismi anche
della Marina, tra technicalities e
imprese vere e proprie, come localizzare un barcone di notte , senza coordinate
e senza luna, in altra epoca sarebbero stati solari. Il Nord non giova al Sud,
se non a distanza – non ha l’alito buono.
Le mostre etniche non mordono. Se ne
sono fatte due a Roma questo inverno, semideserte. Mattia Preti non ha attirato
i calabresi, eccetto qualche professoressa esiliata a Roma, malgrado fosse
esposto a villa Corsini, palazzo e giardino da sogno. La Via Lauretana non
attira i marchigiani, qui proprio nessuno, benché anch’essa in sito affascinante,
san Salvatore in Lauro, dietro piazza Navona e via dei Coronari. Entrambe, per
di più, gratuite. Il tribalismo pesa
solo sul Sud.
La moglie di Failla, il tecnico rapito e
ucciso a Sabratha, ce l’ha con Mattarella e Alfano: “Non hanno fatto
abbastanza”. Non con Renzi, non con Gentiloni: e l’ha con i due siciliani
eminenti a Roma. I quali che dovevano fare non si sa ma questo è molto
siciliano, di vituperarsi vicendevolmente, ben diversa la reazione della famiglia Piano, in Sardegna.
Nulla però al confronto con i
“colonnelli” libici, la Sicilia ha ancora da imparare – quanto a parole a
vuoto, “tanto sappiamo di che parliamo”. La fabbrica delle parole è in effetti
meridionale, molto.
È anche, questa dei Failla, una maniera
per elaborare il lutto: esternarlo su un bersaglio, un punching-ball. Ma autolesionista: i media ne sono crudelmente
ghiotti come espressione quasi folk lorica, dell’eterno Sud: lamentoso,
irragionevole.
Nel “Secondo diario minimo” Eco
imbastisce un’utopia-distopia, “Italia 2000”, in cui, nell’Italia “divenuta una
confederazione”, il Sud si arricchisce vendendosi tutti i Mazzini e i Garibaldi, targhe e
statue, ai musei americani - “a un’asta da Christie un Nino Bixio in bronzo
aveva fruttato al comune di Bronte ottanta miliardi di dollari”. In
controtendenza rispetto a una “severa crisi economica invece per il
Norditalia”, in calo di natalità per l’espulsione dei meridionali, e di
vendite:: “Privato di uno sbocco sui mercati mediterranei, esso trovava
difficoltà a vedere vini ala Francia, orologi alla Svizzera, birra alla
Germania, calcolatori al Giappone e il nuovo modello Alfa Romiti alla Svezia”.
Tanto per ridere non è.
”Perché tanti giovani di famiglie
mafiose si laureano in Farmacia (Ilda Boccassini)? Prima pagina del “Corriere
della sera”.
Roberto Saviano si smarca oggi su
“Repubblica” dall’accusa di non essere propositivo sul vituperato Sud, e consiglia
vivamente la sua città, Napoli, di fregiarsi di una celebrazione: una
qualsiasi, una inaugurazione, un monumento, un centenario. Come dire: andate a
prenderlo in quel posto. Non si può stare con i nemici di Saviano, ma che si è
Saviano in quanto si odia e anzi si disprezza il Sud, questo è vero.
Sudismi\sadismi
“Vengono dal Sud con prezzi bassi in
partenza e si prendono gli appalti”, lamenta un sindaco emiliano - “da anni in
prima fila nella lotta al crimine organizzato”, dice “L’Espresso”. Che titola:
“Mafiosi in gita scolastica”.
A Moena vengono invece da Roma, e i
moenesi non sanno come fare. L’installazione nella capitale della mafia da
parte della Procura potrà aiutare?
I “prezzi bassi in partenza” impediscono
al valoroso sindaco le revisioni prezzi in corso d’opera – il mercanteggiamento
– cui era avvezzo.
Le
cose sono scrittura
Si ritrovano molte “cose” in “L’amata
alla finestra”, dimenticate ma non cancellate, una raccolta non eminente di
Corrado Alvaro e un po’ tirata via. Della persistenza della “cosa” – la realtà,
il fatto.
La cultura Alvaro dice infine una
farfalla, che vola via o si sbriciola. E invece è la più coriacea: le “cose”
addirittura durano, s’immortalano, tramite la parola. La citronella
(“ciceroncella). Il vino greco. Il maresciallo Delfino di San Luca, “il
carabiniere che non poteva sentir parlare d ladri senza mettersi a cercarli per
scommessa”. Il maestro Castagna e il metodo di alfabetizzazione “realistico”,
manesco. Il”Barone”, che è il “Sud”, in presenza fisica. Lo Jonio: “Il mare
Jonio respira pesante”, il mare tuttora della Magna Grecia – si parte da Smirne
e si approda, seguendo i venti e le orrenti, a Crotone – “dal respiro
profondo”.
Alvaro è scrittore di “cose”. Si dice di
miti ma no, è di cose: elementi, natura, eventi, anche i miti. Trasfigurati,
cioè fissati, ma solo in parte. È nella scrittura che le cose si immortalano e
sono.
Il
Nord è più a Nord
Tra gli aneddoti della raccolta “Il
racconto dello sguardo acceso”, Franco Buffoni ne ha uno della Germania. Di
quando, al volante di una Bmw 320 a iniezione, sull’autostrada Bonn-Colonia,
sulla corsia di sorpasso superò il limite di velocità: “A un tratto una
Mercedes che avevo superato d’impeto mi si fece vicinissima con i fari
abbaglianti sgranati, costringendomi a farmi da parte”. Dopodiché rallento “al
limite di velocità, senza mai rientrare nella corsia normale”, per impedire a
Buffoni il risorpasso. Buffoni dice: “Impedendomi fino a Colonia di consumare
la mia infrazione”. No, i tedeschi guidano veloci e contro le regole –
“vicinissima con i fari abbaglianti” è da codice penale. Che peraltro per la
velocità non ci sono non ci sono limiti di velocità sulle autostrade. No, la
Mercedes ha voluto dare una lezione alla Bmw dell’italiano - con targa
italiana. Di cui il nordista italiano magari non si accorge. C’è sempre un Nord
più a Nord.
“Beethoven
sordo spiegò a Rossini che l’opera non è per gli italiani” – G. Leuzzi,
“Gentile Germania”, p. 285 (“§ 13. Far cantare le musica” – Von Karajan”). Però, il Nord
esiste da vecchia data.
Il cancelliere austriaco Faymann,
socialista, che ha chiuso le frontiere dell’Austria e vorrebbe farlo anche
materialmente, con un muro, si era distinto l’anno scorso perché era andato in
Grecia e controllare l’afflusso dei rifugiati e aveva ripreso Atene: non era
abbastanza umana con gli immigrati. Che in Grecia sono stati 136 mila nei primi
due mesi dell’anno, mentre Faymann ne vuole ricevere solo 80 al giorno. Ma il
Nord ha sempre ragione: è proprio razzista.
Le
due Europe
C’è un Nord violento e un Sud anche sugli
immigrati. Oltralpe non solo non li vogliono, ma criticano anche Grecia e
Italia perché non fanno abbastanza. Abbastanza per che cosa? Respingerli? Affondarli?
Affamarli? Lasciarli in mare? Qualcosa del genere, che l’Europa oltralpe non
abbia a farsene un problema.
Si chiama Europa ma sono due mondi
diversi. Due civiltà diverse, forse anche due umanità, chissà - bisogna
rivedere la storia delle origini.
Ma questo non sarebbe un problema. Ognuno
con la sua identità, anzi, non sarebbe un male. Il problema è che il Nord si
vuole meglio del Sud, “questo” Nord, egoista, arrogante, stupido. E, peggio,
che il Sud si ritiene peggiore del Nord. Non solo sui giornali, che si possono
presumere prezzolati. .
Il
Sud profondo dell’antropologia
Gli studi antropologici italiani, da
Mantegazza e Pitré a De Martino e Cocchiara, a Lombardi Satriani, sono
concentrati quasi esclusivamente sul Sud. E viceversa: il Sud è prima di tutto
materia di ricerca antropologica, come nelle scienze coloniali. Subito
all’unità, non prima.
Sono gli studi che fanno la differenza.
Senza preclusioni, la scienza non ha pregiudizi, è ma è solo al Sud che ci sono
il malocchio, la magia, lo scongiuro, i filtri d’amore e il culto del sangue.
Anzi, non c’è altro Sud.
È una delle ragioni per cui i
meridionali non sono a loro agio nel “Sud”, il professionista come la
contadina. Magari ne ripetono le ragioni, ma a disagio, e senza via d’uscita –
non ce n’è fuori dalla tomba dell’antropologia.
leuzzi@antiit.eu
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