giovedì 10 marzo 2016

A Sud del Sud - il Sud visto da sotto (278)

Giuseppe Leuzzi

Gianfranco Rosi fa la luce grigia in “Fuocoammare”, il film su Lampedusa. Non solare, un altro  Mediterraneo, quello che viviamo: livido, di morti.
È inevitabile pensare che l’Europa non giova al Mediterraneo. Le migrazioni di massa, i salvataggi, gli eroismi anche della Marina, tra technicalities e imprese vere e proprie, come localizzare un barcone di notte , senza coordinate e senza luna, in altra epoca sarebbero stati solari. Il Nord non giova al Sud, se non a distanza – non ha l’alito buono.

Le mostre etniche non mordono. Se ne sono fatte due a Roma questo inverno, semideserte. Mattia Preti non ha attirato i calabresi, eccetto qualche professoressa esiliata a Roma, malgrado fosse esposto a villa Corsini, palazzo e giardino da sogno. La Via Lauretana non attira i marchigiani, qui proprio nessuno, benché anch’essa in sito affascinante, san Salvatore in Lauro, dietro piazza Navona e via dei Coronari. Entrambe, per di più,  gratuite. Il tribalismo pesa solo sul Sud.

La moglie di Failla, il tecnico rapito e ucciso a Sabratha, ce l’ha con Mattarella e Alfano: “Non hanno fatto abbastanza”. Non con Renzi, non con Gentiloni: e l’ha con i due siciliani eminenti a Roma. I quali che dovevano fare non si sa ma questo è molto siciliano, di vituperarsi vicendevolmente, ben diversa la reazione della famiglia Piano, in Sardegna.
Nulla però al confronto con i “colonnelli” libici, la Sicilia ha ancora da imparare – quanto a parole a vuoto, “tanto sappiamo di che parliamo”. La fabbrica delle parole è in effetti meridionale, molto.

È anche, questa dei Failla, una maniera per elaborare il lutto: esternarlo su un bersaglio, un punching-ball. Ma autolesionista: i media ne sono crudelmente ghiotti come espressione quasi folk lorica, dell’eterno Sud: lamentoso, irragionevole.

Nel “Secondo diario minimo” Eco imbastisce un’utopia-distopia, “Italia 2000”, in cui, nell’Italia “divenuta una confederazione”, il Sud si arricchisce vendendosi  tutti i Mazzini e i Garibaldi, targhe e statue, ai musei americani - “a un’asta da Christie un Nino Bixio in bronzo aveva fruttato al comune di Bronte ottanta miliardi di dollari”. In controtendenza rispetto a una “severa crisi economica invece per il Norditalia”, in calo di natalità per l’espulsione dei meridionali, e di vendite:: “Privato di uno sbocco sui mercati mediterranei, esso trovava difficoltà a vedere vini ala Francia, orologi alla Svizzera, birra alla Germania, calcolatori al Giappone e il nuovo modello Alfa Romiti alla Svezia”. Tanto per ridere non è.

”Perché tanti giovani di famiglie mafiose si laureano in Farmacia (Ilda Boccassini)? Prima pagina del “Corriere della sera”.

Roberto Saviano si smarca oggi su “Repubblica” dall’accusa di non essere propositivo sul vituperato Sud, e consiglia vivamente la sua città, Napoli, di fregiarsi di una celebrazione: una qualsiasi, una inaugurazione, un monumento, un centenario. Come dire: andate a prenderlo in quel posto. Non si può stare con i nemici di Saviano, ma che si è Saviano in quanto si odia e anzi si disprezza il Sud, questo è vero.

Sudismi\sadismi
“Vengono dal Sud con prezzi bassi in partenza e si prendono gli appalti”, lamenta un sindaco emiliano - “da anni in prima fila nella lotta al crimine organizzato”, dice “L’Espresso”. Che titola: “Mafiosi in gita scolastica”.
A Moena vengono invece da Roma, e i moenesi non sanno come fare. L’installazione nella capitale della mafia da parte della Procura potrà aiutare?
I “prezzi bassi in partenza” impediscono al valoroso sindaco le revisioni prezzi in corso d’opera – il mercanteggiamento – cui era avvezzo.

Le cose sono scrittura
Si ritrovano molte “cose” in “L’amata alla finestra”, dimenticate ma non cancellate, una raccolta non eminente di Corrado Alvaro e un po’ tirata via. Della persistenza della “cosa” – la realtà, il fatto.
La cultura Alvaro dice infine una farfalla, che vola via o si sbriciola. E invece è la più coriacea: le “cose” addirittura durano, s’immortalano, tramite la parola. La citronella (“ciceroncella). Il vino greco. Il maresciallo Delfino di San Luca, “il carabiniere che non poteva sentir parlare d ladri senza mettersi a cercarli per scommessa”. Il maestro Castagna e il metodo di alfabetizzazione “realistico”, manesco. Il”Barone”, che è il “Sud”, in presenza fisica. Lo Jonio: “Il mare Jonio respira pesante”, il mare tuttora della Magna Grecia – si parte da Smirne e si approda, seguendo i venti e le orrenti, a Crotone – “dal respiro profondo”.
Alvaro è scrittore di “cose”. Si dice di miti ma no, è di cose: elementi, natura, eventi, anche i miti. Trasfigurati, cioè fissati, ma solo in parte. È nella scrittura che le cose si immortalano e sono.

Il Nord è più a Nord
Tra gli aneddoti della raccolta “Il racconto dello sguardo acceso”, Franco Buffoni ne ha uno della Germania. Di quando, al volante di una Bmw 320 a iniezione, sull’autostrada Bonn-Colonia, sulla corsia di sorpasso superò il limite di velocità: “A un tratto una Mercedes che avevo superato d’impeto mi si fece vicinissima con i fari abbaglianti sgranati, costringendomi a farmi da parte”. Dopodiché rallento “al limite di velocità, senza mai rientrare nella corsia normale”, per impedire a Buffoni il risorpasso. Buffoni dice: “Impedendomi fino a Colonia di consumare la mia infrazione”. No, i tedeschi guidano veloci e contro le regole – “vicinissima con i fari abbaglianti” è da codice penale. Che peraltro per la velocità non ci sono non ci sono limiti di velocità sulle autostrade. No, la Mercedes ha voluto dare una lezione alla Bmw dell’italiano - con targa italiana. Di cui il nordista italiano magari non si accorge. C’è sempre un Nord più a Nord.

“Beethoven sordo spiegò a Rossini che l’opera non è per gli italiani” – G. Leuzzi, “Gentile Germania”, p. 285 (“§ 13. Far cantare le musica” – Von Karajan”). Però, il Nord esiste da vecchia data.

Il cancelliere austriaco Faymann, socialista, che ha chiuso le frontiere dell’Austria e vorrebbe farlo anche materialmente, con un muro, si era distinto l’anno scorso perché era andato in Grecia e controllare l’afflusso dei rifugiati e aveva ripreso Atene: non era abbastanza umana con gli immigrati. Che in Grecia sono stati 136 mila nei primi due mesi dell’anno, mentre Faymann ne vuole ricevere solo 80 al giorno. Ma il Nord ha sempre ragione: è proprio razzista.

Le due Europe
C’è un Nord violento e un Sud anche sugli immigrati. Oltralpe non solo non li vogliono, ma criticano anche Grecia e Italia perché non fanno abbastanza. Abbastanza per che cosa? Respingerli? Affondarli? Affamarli? Lasciarli in mare? Qualcosa del genere, che l’Europa oltralpe non abbia a farsene un problema.
Si chiama Europa ma sono due mondi diversi. Due civiltà diverse, forse anche due umanità, chissà - bisogna rivedere la storia delle origini.
Ma questo non sarebbe un problema. Ognuno con la sua identità, anzi, non sarebbe un male. Il problema è che il Nord si vuole meglio del Sud, “questo” Nord, egoista, arrogante, stupido. E, peggio, che il Sud si ritiene peggiore del Nord. Non solo sui giornali, che si possono presumere prezzolati. .

Il Sud profondo dell’antropologia
Gli studi antropologici italiani, da Mantegazza e Pitré a De Martino e Cocchiara, a Lombardi Satriani, sono concentrati quasi esclusivamente sul Sud. E viceversa: il Sud è prima di tutto materia di ricerca antropologica, come nelle scienze coloniali. Subito all’unità, non prima.
Sono gli studi che fanno la differenza. Senza preclusioni, la scienza non ha pregiudizi, è ma è solo al Sud che ci sono il malocchio, la magia, lo scongiuro, i filtri d’amore e il culto del sangue. Anzi, non c’è altro Sud. 
È una delle ragioni per cui i meridionali non sono a loro agio nel “Sud”, il professionista come la contadina. Magari ne ripetono le ragioni, ma a disagio, e senza via d’uscita – non ce n’è fuori dalla tomba dell’antropologia.

leuzzi@antiit.eu

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