Si
celia. Se Pd non stia per Pi Due, per esempio, stante il patrocinio di Verdini,
Oppure per partito Democristiano, dato che lo governano loro. Ma non si
scherza: si addolcisce la verità, ormai da tempo nota, dal tempo di Prodi e
dell’Ulivo, quindi da vent’anni, e ora irreversibile: che i che i comunisti
sono finiti democristiani. Alcuni recalcitranti, e sono quelli che fanno la
fronda. Altri in massa, da Bersani in giù – fu molto democristiana la
trattativa di Bersani con i Cinque Stelle, o la gestione Napolitano al Quirinale.
Mentre i recalcitranti hanno meno di quarant’anni e dunque non si possono
nemmeno dire comunisti, poiché non hanno avuto il tempo per esserlo: sono
semplicemente politici con qualche idea, a disagio nel corpaccione del Pd.
È per
questo che la fronda non morde. Anche quella uscita dal Pd: la base non la
segue – non la riconosce. È per questo che Renzi la snobba: perché sa che non
si portano dietro il voto ex Pci, che arrivò fino a un terzo dell’elettorato,
ma era comunque uno zoccolo duro – il famoso zoccolo duro – di un quarto, un
quinto, del voto. Quello Renzi ce l’ha con sé, a cominciare dai consiglieri
comunali ovunque e le cooperative nelle quattro regioni ex rosse. Non ha il
voto giovane - relativamente giovane, fino ai quarant’anni. Che costituisce probabilmente
la massa degli astenuti – purtroppo bisogna andare a naso, l’analisi dei flussi
dei voti è carente, non si va oltre il sondaggio a pelle. A cui cioè la fronda
Pd non dice nulla.lunedì 14 marzo 2016
La conversione in massa dei comunisti a democristiani
Non più
di notte ma di giorno, e senza parole d’ordine né codici cifrati, senza neppure
l’occhiolino, come a un diapason connaturato,
o come le greggi di bisonti, o gazzelle, o zebù che nella savana
imbizzarriscono e si buttano al galoppo dietro un capo-colonna improvvisato
senza sapere dove, anche al burrone, comunque sia, esaurite le similitudini,
questo è quello che fa la “minoranza” Pd: si agita.
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