Una “querelle des femmes”
tenne banco in Francia nel Secondo Cinquecento e nel primo Seicento. Pro e
contro l’uguaglianza di condizione e di diritti. Con riferimenti alle Scritture
e anche alla teologia. Con molti uomini a favore della donna, i più famosi e
decisi Erasmo e Agrippa di Nettesheim, “De la noblesse et preexcellence du sexe
féminin”. Fino a un Poullain de la Barre, che nel 1673 farà la “prova
cartesiana” dell’uguaglianza, “De l’égalité des deux sexes. Discours physique
et moral où l’on voit l’importance de se défaire des prejugés”, anche nelle
scienze e in filosofia, “se le donne
studiassero nelle università con gli uomini o in altre appositamente istituite”.
I temi sono soprattutto l’educazione
delle donne, e i rapporti matrimoniali, morali e patrimoniali.
La storica Madeleine Lazard
ha censito 891 libelli pro o contro nel secondo Cinquecento. La querelle continuò accesa anche nei primi
trent’anni del Seicento. La più famosa è quella che nel 1614 oppose Margherita
di Valois al gesuita François Loriot. La regina Margherita, protettrice e
mecenate del gesuita, gli scrisse una lettera aperta con l’invito a temere
conto che le donne sono dotate “quanto e più” degli uomini – ma non ebbe
ragione: Loriot ammise che le donne potevano essere uguali agli uomini, ma agli
uomini mediocri.
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