domenica 27 marzo 2016

La scienza rianima i fantasmi

All’epoca della tecnica ritornano i fantasmi? La ragione e la luce artificiale li avevano scacciati, la scienza senza frontiere li ripropone. E c’è ancora di più bizzarro: il filosofo marxista li vede riproposti della coscienza del ricercatore, da un abito mentale.
Tre brevi testi d’epoca, in cui la produzione era “borghese”, la scienza era borghese – e le SA venivano di notte, per “il delirio antiebraico e antisovietico”. Col gusto narrativo che ancora tiene in vita l’utopista materialista. E in questa vena l’angoscia del ricercatore prende corpo, di fronte alla novità che egli stesso ha realizzato: il vecchio fantasma del golem che sfugge di mano, dell’apprendista stregone, etc. Antiche paure, di quando ancora c’era l’oscurità, al più rischiarata da una candela. E il mondo scacciava i diavoli di casa – il mondo transalpino, andrebbe aggiunto, che è quello che Bloch descrive: “Un contadino su tre aveva il suo coboldo in casa”. Epoca non remota, se era materia del “Visionario” di Schiller, del “Titano” di Jean Paul. Che ora – 1920-1930 – la tecnologia liberata risuscita: “Un Edison è da avvicinare più a un dottor Faust che a un Herbert Spencer”. La magia, allontanata dalla ragione, ritorna con la scienza?  
Ernst Bloch, L’angoisse de l’ingénieur, Allia, pp. 71 € 6,50

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