Si
moltiplicano le ricostruzioni degli “anni di piombo”, dal 1969 in poi. In
genere sul versante legittimista: non ci fu una regia occulta. Paolo Mieli le sintetizza
tutte martedì sotto un titolo imperativo: “Dietrologia da sfatare”. In effetti,
se ne inventano troppe. Ma questo è già un segno di disinformacija: la madre degli stupidi è sempre incinta, ma qui non
si tratta di dire scemenze quando di “ricostruirle”, cioè costruirle. Per
questo o quel fine che è inutile indagare: Perché il fatto rimane – e semmai si conferma, sia per le dietrologie che
per la fine conclamata delle stesse.
Rimane
la pista anarchica per la strage di piazza Fontana. Grave errore d Calabresi.
Ma anche decisione della questura e la prefettura di Milano, e del ministero a
Roma. Ministro Franco Restivo, che
aveva come segretario Giuseppe Insalaco, che da sindaco di Palermo sarà vent’anni
dopo vittima della mafia, ma si accreditava a Roma collaboratore dei servizi
segreti. Male indagata sarà anche la strage di Brescia, non per incapacità o errore ma volutamente. E così pure quella di
Bologna. La Grecia naturalmente c’era stata, che dava troppi bollori a troppi ufficiali dell'Esercito. C’era Gladio. E c’era una cultura della violenza. Un prolungamento, si dice, della guerra civile, ma con pesanti (dimostrati) collegamenti coin i servizi segreti.
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