martedì 8 marzo 2016

L’Italia più sostenibile della Germania

Non è una barzelletta: il debito italiano è più sostenibile  di quello tedesco addirittura per la Bundesbank. Se ne può leggere in Giuseppe Leuzzi, “Gentile Germania”, p. 95 :
“Bot e Btp sono un investimento sulla fiducia. Che il debito sia sostenibile e sia ripagato. E la sostenibilità del debito italiano è stimata migliore di quello tedesco. Anche dagli studi tedeschi. Col taglio delle pensioni il debito ita-liano cessa di crescere, e potrebbe diminuire – se si inter-venisse sui 25 miliardi di spesa corrente annua che sono il sottobosco politico. Com’è allora che la Germania paga meno, molto meno? Perché ha convinto i mercati che l’eu-ro è il marco. E ciò ha fatto indirettamente, costringendo l’Italia, le “Italia” dell’Ue, a pagare di più. La sostenibilità riguarda le risorse attese per pagare il debito. È una previ-sione, quindi incerta, ma si ancora a supporti calcolabili: la spesa sociale, previdenziale, sanitaria, le entrate fiscali. 
…………..
“A marzo 2013 la Bundesbank, inaugurando l’inda-gine statistica sulla ricchezza delle famiglie, da tempo in uso alla Banca d’Italia, collocava la Germania sotto la me-dia europea. La differenza era da prendere con riserva: “La ricchezza privata delle famiglie offre una prospettiva limitata degli standard di vita o della ricchezza di una società. Specie nei paragoni internazionali. Altri settori, per esempio lo Stato, possono influenzare la ricchezza delle fami-glie, in positivo o in negativo”. E tuttavia, in fatto di patrimonio, quello delle famiglie tedesche è inferiore a quello delle altre grandi economie dell’euro, per la scarsa diffu-sione della proprietà immobiliare. Possiede una casa solo il 44,2 per cento delle famiglie tedesche (nella Germania Est il 33,7), contro il 58 per cento dei francesi, il 69 degli ita-liani e l’83 per cento degli spagnoli. E solo un 18 per cento delle famiglie tedesche ha immobili non di residenza.
“Una bassa propensione etnica, si può dire: possiede la propria casa in Austria il 48 per cento delle famiglie, in Svizzera il 40. Ma la cosa non è irrilevante. Il patrimonio conta quanto il reddito per la sostenibilità di un debito, sia esso societario o nazionale. È la posizione che l’Italia  ten-tò di far valere in sede Ue negli anni 2010-2011, su input della Banca d’Italia di Draghi. Allora inutilmente”.

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