Si censiscono le limitazioni che vari paesi europei si
sono imposti per non provocare i maschi islamici: piscine separate, gonne al
ginocchio, vagoni separati, ascensori separati, etc. Sono tutte ovviamente
misure limitative per le donne. Che però sono in prima linea in Europa alla
difesa della diversità delle culture. È femmina la voglia di sacrificio?
Il deprecato
velo s’impone, non solo nella moda? Si consigliano o si impongono un po’
ovunque oltralpe limitazioni all’abbigliamento e alle frequentazioni femminili,
come misura di prevenzione contro le violenze dei maschi islamici. E fare
osservare le leggi no? È il problema del porgere l’altra guancia, si è vittime anche
quando si è padroni.
Senza
contare la creazione del disordine: autodiscriminandosi, sia pure a fini di
prevenzione, l’autorità discredita se stessa. Specie in ambito islamico - e più
arabo, poiché è da una psicologia più propriamente araba che si cerca di difendersi
- dove conta solo il comando, ogni esperienza storica e sociologica lo
conferma, la democrazia è termine e concetto ignoto.
“I successi militari accelereranno l’accordo
politico. Queste vittorie avranno un impatto su chi ostacola un accordo, perché
Arabia Saudita, Turchia, Francia e Gran Bretagna scommettono sulla nostra
sconfitta per i loro progetti”. Lo dice Assad ma è vero: combattiamo per la
libertà della Siria con l’Arabia Saudita e Erdogan.
Non passa
giorno che Renzi non debba difendersi dall’invito perentorio a mandare i
soldati in Libia. Anche oggi, dopo la tragicommedia dell’entrata del primo ministro
libico a Tripoli, attraverso la Tunisia
e quasi di nascosto. Ma il giorno dopo la partenza viene data lo stesso
per certa.
I soldati
italiani in Libia senza difese e senza scopo ce li vogliono Francia e Inghilterra
– questo è notorio – per liquidare la residua influenza tricolore. I giornali
italiani se ne fanno portavoce gratis?
“Un vile
attentato”. Parole di circostanze del papa a Pasqua per la bomba al parco
giochi in Pakistan contro le famiglie di cristiani. Ha perso il coraggio? Vuole
salvare il dialogo? Con chi vuole solo distruggerlo? Senza fermezza non c’è
salvezza - dovrebbe imparare dal Cristo, appena risorto.
Nel 2015
sono stati uccisi nel mondo 7.100 cristiani, per il solo motivo religioso. Tutti
impunemente. In paesi in cui i cristiani non vanno oltre l’1-2 per cento della
popolazione. Quasi tutti a opera di islamici. Con una forte progressione: il 63
per cento in più di aggressioni nel 2015 rispetto al 2014. Ma è solo una parte
di un tutto molto più vasto:
Di cui
non si parla per un motivo?
“Partita
a scacchi tra diritto e affari”, “Con l’Egitto scambi per 5 miliardi”, “Dall’energia
alle costruzioni, rapporti stretti con al Sisi”: sono le argomentazioni della
prudenza che bisognerebbe usare con l’Egitto,
che ha torturato e assassinato Regeni. Un’assurdità: i rapporti internazionali si reggono con la
forza, quantomeno con la severità, non con la condiscendenza. Soprattutto con i
dittatori, che solo riconoscono la forza.
Con l’Egitto
come in Libia, le ipotesi più invereconde vengono avanzate, discusse, proposte
da giornalisti, commentatori e talk-show. Ma non è una fatto d’incultura
(storica, diplomatica, perfino linguistica),è ormai un fatto di carattere, dopo
settant’anni di vita democristiana: l’Italia ha solo la dimensione provinciale.
I bravi
imprenditori Della Valle, padroni della Fiorentina, hanno assunto un nuovo allenatore
senza avvisare quello in carica (Montella), e quando questo ha chiesto di essere
svincolato per valutare altre squadre lo hanno costretto ad aspettare. Ad
aspettare che tutte le squadre avessero già trovato un allenatore. Gli stessi
che danno in tv e sui giornali lezioni di morale: morale è distruggere i propri
collaboratori.
Fa senso
vedere i terroristi belgi che pontificavano dalle tv libere o sul web, con foto
e slogan e striscioni. E denunciati non venivano perseguiti. Perché
appartenevano “di diritto” al Belgio, a noi: erano come noi. Salvo sparare a
mitraglia per le strade di Parigi, mettere le bombe nelle metropolitane, e farsi
saltare negli aeroporti: a quando le scuole e le chiese?
Gilles
Kepel, islamista liberamente scorretto, dice a Francesca Basso, al “Corriere
della sera”: “Isis prospera nei cosiddetti Stati falliti”. Ineccepibile, è un
fatto. E aggiunge: “E il Belgio è uno di questi”. Elio Di Rupo, l’ex premier
socialista belga, difende il suo paese, anche lui giustamente: “Il Begio non è
fallito, qui c’è la libertà totale, per questo è fantastico”. Libertà di
uccidere impunemente?
Ma, poi,
lo stesso Di Rupo ha un ripensamento:”La Ue a 28 non sa prendere decisioni coraggiose”.
È fallita dunque l’Europa.
Si deve
a Di Rupo la sola, finora, ammissione della realtà: che i terroristi di Parigi
e Bruxelles sono europei. “Le terze
generazioni vivono una situazione di disagio”, aggiunge, e sembra indicarne
l’isolamento. Ma questi giovani sono isolati come tutti i loro coetanei, che
vivono di playstation e chat. Inarticolati, si direbbe.
Myanmar,
ex Birmania, è approdata alla democrazia. Aun Suu Ky, la Nobel per la pace che
è tutti noi, ineleggibile, ha fatto eleggere alla presidenza suo figlio. E il
primo provvedimento del governo democratico è stato l’apertura della Borsa. Per una sola
matricola. Il mercato è salvo.
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