giovedì 31 marzo 2016

Ombre - 309

Si censiscono le limitazioni che vari paesi europei si sono imposti per non provocare i maschi islamici: piscine separate, gonne al ginocchio, vagoni separati, ascensori separati, etc. Sono tutte ovviamente misure limitative per le donne. Che però sono in prima linea in Europa alla difesa della diversità delle culture. È femmina la voglia di sacrificio?

Il deprecato velo s’impone, non solo nella moda? Si consigliano o si impongono un po’ ovunque oltralpe limitazioni all’abbigliamento e alle frequentazioni femminili, come misura di prevenzione contro le violenze dei maschi islamici. E fare osservare le leggi no? È il problema del porgere l’altra guancia, si è vittime anche quando si è padroni.

Senza contare la creazione del disordine: autodiscriminandosi, sia pure a fini di prevenzione, l’autorità discredita se stessa. Specie in ambito islamico - e più arabo, poiché è da una psicologia più propriamente araba che si cerca di difendersi - dove conta solo il comando, ogni esperienza storica e sociologica lo conferma, la democrazia è termine e concetto ignoto.

 “I successi militari accelereranno l’accordo politico. Queste vittorie avranno un impatto su chi ostacola un accordo, perché Arabia Saudita, Turchia, Francia e Gran Bretagna scommettono sulla nostra sconfitta per i loro progetti”. Lo dice Assad ma è vero: combattiamo per la libertà della Siria con l’Arabia Saudita e Erdogan.

Non passa giorno che Renzi non debba difendersi dall’invito perentorio a mandare i soldati in Libia. Anche oggi, dopo la tragicommedia dell’entrata del primo ministro libico a Tripoli, attraverso la Tunisia  e quasi di nascosto. Ma il giorno dopo la partenza viene data lo stesso per certa.

I soldati italiani in Libia senza difese e senza scopo ce li vogliono Francia e Inghilterra – questo è notorio – per liquidare la residua influenza tricolore. I giornali italiani se ne fanno portavoce gratis?   

“Un vile attentato”. Parole di circostanze del papa a Pasqua per la bomba al parco giochi in Pakistan contro le famiglie di cristiani. Ha perso il coraggio? Vuole salvare il dialogo? Con chi vuole solo distruggerlo? Senza fermezza non c’è salvezza - dovrebbe imparare dal Cristo, appena risorto.

Nel 2015 sono stati uccisi nel mondo 7.100 cristiani, per il solo motivo religioso. Tutti impunemente. In paesi in cui i cristiani non vanno oltre l’1-2 per cento della popolazione. Quasi tutti a opera di islamici. Con una forte progressione: il 63 per cento in più di aggressioni nel 2015 rispetto al 2014. Ma è solo una parte di un tutto molto più vasto:
Di cui non si parla per un motivo?

“Partita a scacchi tra diritto e affari”, “Con l’Egitto scambi per 5 miliardi”, “Dall’energia alle costruzioni, rapporti stretti con al Sisi”: sono le argomentazioni della prudenza che bisognerebbe  usare con l’Egitto, che ha torturato e assassinato Regeni. Un’assurdità:  i rapporti internazionali si reggono con la forza, quantomeno con la severità, non con la condiscendenza. Soprattutto con i dittatori, che solo riconoscono la forza.

Con l’Egitto come in Libia, le ipotesi più invereconde vengono avanzate, discusse, proposte da giornalisti, commentatori e talk-show. Ma non è una fatto d’incultura (storica, diplomatica, perfino linguistica),è ormai un fatto di carattere, dopo settant’anni di vita democristiana: l’Italia ha solo la dimensione provinciale.

I bravi imprenditori Della Valle, padroni della Fiorentina, hanno assunto un nuovo allenatore senza avvisare quello in carica (Montella), e quando questo ha chiesto di essere svincolato per valutare altre squadre lo hanno costretto ad aspettare. Ad aspettare che tutte le squadre avessero già trovato un allenatore. Gli stessi che danno in tv e sui giornali lezioni di morale: morale è distruggere i propri collaboratori.

Fa senso vedere i terroristi belgi che pontificavano dalle tv libere o sul web, con foto e slogan e striscioni. E denunciati non venivano perseguiti. Perché appartenevano “di diritto” al Belgio, a noi: erano come noi. Salvo sparare a mitraglia per le strade di Parigi, mettere le bombe nelle metropolitane, e farsi saltare negli aeroporti: a quando le scuole e le chiese?

Gilles Kepel, islamista liberamente scorretto, dice a Francesca Basso, al “Corriere della sera”: “Isis prospera nei cosiddetti Stati falliti”. Ineccepibile, è un fatto. E aggiunge: “E il Belgio è uno di questi”. Elio Di Rupo, l’ex premier socialista belga, difende il suo paese, anche lui giustamente: “Il Begio non è fallito, qui c’è la libertà totale, per questo è fantastico”. Libertà di uccidere impunemente?

Ma, poi, lo stesso Di Rupo ha un ripensamento:”La Ue a 28 non sa prendere decisioni coraggiose”. È fallita dunque l’Europa.

Si deve a Di Rupo la sola, finora, ammissione della realtà: che i terroristi di Parigi e Bruxelles  sono europei. “Le terze generazioni vivono una situazione di disagio”, aggiunge, e sembra indicarne l’isolamento. Ma questi giovani sono isolati come tutti i loro coetanei, che vivono di playstation e chat. Inarticolati, si direbbe.

Myanmar, ex Birmania, è approdata alla democrazia. Aun Suu Ky, la Nobel per la pace che è tutti noi, ineleggibile, ha fatto eleggere alla presidenza suo figlio. E il primo provvedimento del governo democratico  è stato l’apertura della Borsa. Per una sola matricola. Il mercato è salvo.

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