Ora che licenzia ha il
rispetto di tutti, dei tifosi e degli avversari, e incute ai giornalisti una
sorta di timore reverenziale. Non lo chiamano più ex Cavaliere ma leader,
presidente. Perfino i giudici lo assolvono.. E non lo disprezzano, gli
sorridono. Anche se ora sbaglia, a ripetizione.
Per una vita Berlusconi non
ha licenziato nessuno. Da un paio d’anni licenzia a ripetizione gli allenatori
del Milan, Allegri, Seedorf, Inzaghi, e ora Mihajlovic – dopo che da Ancelotti
si è fatto dire no. Da Grande Allenatore, che tutto sa, dai ritiri alle diete, agli
schieramenti e alle tattiche, oltre che da Grande Amante, Grande Politico, Grande
Uomo d’Affari, e Fasso tutto mi. Una squadra, tra l’uno e l’altro allenatore, portandosi
dietro di scioperati, senza forza, senza carattere. Non solo, ma tra i milioni
di cinesi ricchi e onesti – tutti ne trovano, anche da Milano, vedi Tronchetti
Provera, o il Moratti dell’Inter – lui riesce a trattare l’unico filibustiere.
Ancora peggio che con Forza Italia, dove ha perso irriconoscenti tutte le
scamorze che ha voluto in prima squadra, Fini, Alfano, Lupi, Verdini,
Quagliariello (Quagliariello?), ma sa che i voti sono suoi, ancora molti.
Se non che prima lo criticavano
tutti, anche sua figlia e sua moglie, ora non lo critica più nessuno. I giudici
si possono capire, saranno stanchi di essere chiamati a condannarlo ogni poco.
Ma gli altri? L’ex Cavaliere non ha più nemici. Anzi, quasi gli si fa merito
dell’incapacità ripetuta a scegliere i collaboratori. Senza contare le sue
riviste, le sue televisioni, le sue case editrici, le sole che si tengono in
piedi, e quindi, Dio non voglia, non si sa mai, la crisi morde, anche se
licenzia, è meglio di niente.
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