Urbano Cairo è un uomo
coraggioso - un imprenditore, uno che senza mezzi ha fatto tanto, in
trent’anni, anche meno, uomo di idee. Uno dei pochi nel ramo editoria che abbia
creato qualcosa di durevole nella lunga storia della Repubblica – sono tre: gli
altri due sono Scalfari e Berlusconi. Vendeva pubblicità per Berlusconi, si è
messo in proprio rilevando la Giorgio Mondadori Editore, la squadra di calcio
del Torino, La 7. Riportandole in bonis dal sostanziale fallimento. Nulla di
scandaloso che si proponga di salvare dal fallimento la Rcs: ha più titoli dei
tanti altri azionisti dei piani alti del “Corriere della sera”.
Ma comprarsi il “Corriere
della sera” senza sborsare un euro – in cambio de La 7… - dà la misura della
deriva del gruppo milanese. Cairo ha le spalle slide, poiché lo assisterà
nell’operazione Banca Intesa, e Bazoli, il patron di Banca Intesa, è uno che a
Milano ancora non ha fallito un colpo. Ma il passaggio di Rcs dagli Agnelli a
Cairo ha un che di malinconico. Anche perché al “Corriere” non lo sanno.
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