Cerca nel blog

giovedì 28 aprile 2016

Il mondo com'è (259)

astolfo

Barba – È stata a lungo segno di saggezza, si riprende per questo? Barbe finte sono in gergo le spie. Ma a lungo si è giurato per la barba, l’onore del mento. Nella Bibbia e anche nel Corano. Gesù Cristo è sempre raffigurato con la barba. Gli egiziani si radevano, ma poi mettevano la barba (finta) anche alle principesse, come segno di autorevolezza. Si raffigurano con la barba i filosofi greci. E alcuni imperatori romani – l’imperatore filosofo Marco Aurelio, e lo stesso Giuliano l’Apostata, autore di un “Odiatore della barba” – un trattatello antifrastico contro i detrattori siriaci che avevano avuto da ridire sulla sua barba.
A Parigi, nella seconda metà del Cinquecento, al tempo delle guerre  di religione, i magistrati furono costretti a tagliarsi la barba prima di assumere la carica.
Barthes ne è molto impressionato per quanto riguarda i cappuccini, la cui barba egli assume al centro del “circuito mitologico” dell’ordine: senza barba niente cappuccini. Lo stesso per molte confessioni islamiche.
Il lungo viaggio in Europa convinse lo zar Pietro il Grande che le abitudini dell'Europa occidentale erano, in generale, superiori alla tradizione russa. Ordinò perciò ai cortigiani ed ufficiali, oltre che di vestire all’occidentale, di tagliarsi le lunghe. I boiari che vollero conservare la barba, quasi un simbolo del loro status, dovettero pagare una tassa di cento rubli all'anno.

Fu “l’onore del mento” laico, massonico. Ma di più è segno di fede religiosa: Il mussulmano fervente porta la barba incolta in onore di Maometto, che si presume portasse la barba. Molto coltivata dai pope ortodossi è la barba a due punte, o barba greca. Vecchia materia di discordia con la chiesa latina. Al cardinale Bessarione la barbetta a due punte costò il papato: entrò papa al conclave del 4 aprile 1444, alla morte di Niccolò V, ma la barba indispose i cardinali.

Capelli  - Sono essenziali per i politici in Inghilterra. John Major divenne primo ministro - successore di Margaret Thatcher per una rivolta di palazzo dei conservatori – solo perché si pettinava accuratamente, con apposito pettinino che portava nel taschino, prima di uscire in pubblico, o farsi fotografare. Il sindaco di Londra invece i capelli se li scompiglia, prima di uscire in pubblico o farsi fotografare. Il principe Carlo cura maniacalmente la messa in piega.
Lo stesso si può dire in Italia. Numerosi sono i riporti, a partire da Berlusconi e Conte – o forse sono trapianti massicci. Renzi invece si pettina trasandato, per l’immagine sempre da Giamburrasca.
Sono vezzi – esigenze – da media potenza? Non curano la chioma negli Usa e in Russia. Cambierà qualcosa anche lì.  Eltsin ne era maniaco - Putin comunque non potrebbe. Tra Clinton e Trump la sfida è anche nella cura della capigliatura.

Eurabia – È il disegno islamico al centro di “Sottomissione”, il romanzo di Houellebecq, della “vecchia Bat Ye’or”. Ben Abbes, il presidente islamico della Francia, prepara l’Eurabia della trascurata Bat Ye’or – di cui Lindau ha recuperato negli ultimi anni la serie di profetici libri sull’assoggettamento della cristianità all’islam. Senza assedi e senza eccidi, con un progetto politico anzi suadente per tutti. Comprese le donne, finalmente felici di essere mantenute e non dover correre tutto il giorno – la poligamia è in realtà una divisione del lavoro…: “La vecchia Bat Ye’or non ha torto con il suo fantasma del complotto Eurabia”, Houellebecq fa dire al suo protagonista: “Ma sbaglia di grosso quando immagina che il complesso euro-mediterraneo si troverà, rispetto alle monarchie del Golfo, in posizione di inferiorità, perché in realtà diventerà una delle prime potenze economiche mondiali”.
L’Eurabia Houellebecqiana è quella di Augusto: “Potrebbe essere una grande civiltà”. Il progetto del presidente della Francia alle elezioni del 2022, l’islamico Ben Abbes, è una “Europa romana”: “Il suo grande riferimento è l’impero romano – e per lui la costruzione europea non è che un mezzo per realizzare questa costruzione millenaria”. Con un addendo: “L’asse principale della sua politica estera sarà lo spostamento del centro di gravità dell’Europa verso il Sud”. Turchia e Marocco subito, poi Tunisia e Algeria. Quindi il Libano, con l’Egitto, “un osso duro”. E non escluse Libia e Siria.
Bat Ye’or, oggi ottantatreenne, ha scritto i suoi libri di veemente polemica antislamica una ventina di anni fa. Culminandoli nel 2005 con “Eurabia: l’asse euro-arabo”. È studiosa della condizione dei cristiani e gli ebrei nel Medio Oriente governato dalla legge islamica: “una condizione di paura e insicurezza” che i governi infliggono legalmente, in quanto cristiani ed ebrei sono “infedeli”, e quindi tenuti ad “accettare uno stato di umiliazione”. È la scrittrice Gisèle Orebi, egiziana di nascita, al Cairo nel 1933, ebrea di famiglia, residente in Inghilterra e naturalizzata britannica. Privata dei beni, con tutta la sua famiglie, nel 1956, per le nazionalizzazioni antiebraiche decise da Nasser nella prima guerra dell’Egitto contro Israele per il possesso del Canale di Suez, emigrò l’anno dopo nel Regno Unito. Dove ha sposato David Littmann, cardiologo americano, professore a Harvard. Lo pseudonimo significa “figlia del Nilo”.

Fascismo – Fu un passaggio surrettizio di consegne, dopo un colpo di Stato, a opera della monarchia e degli interessi costituiti, quelli toccati nel Nord Italia dalle settimane rosse, non un voto o un plebiscito popolare o comunque di massa - come fu invece di Hitler e del nazismo. Era questa la lettura storica iniziale del fascismo nel dopoguerra. Prevale ora quella dell’adesione spontanea e di massa. Forse eco del lavoro di ricostruzione che De Felice ha fatto degli “anni del consenso”. Che però furono tardi, e che il fascismo si procurò con un’azione di governo in cui la dittatura fu mitigata a vantaggio del governo sociale, per le donne, l’infanzia, la sanità, il territorio, il lavoro, l’economia (l’uscita dalla crisi del 1929 fu molto ben governata), le opere pubbliche ora infrastrutture. Il fascismo fu imposto con un colpo di Stato. E mise tre anni a preparare le leggi speciali che instaurarono la dittatura – Hitler vinse un’elezione dopo l’altra.

Primo maggio – Segna il martirio di una mezza dozzina di anarchici tedeschi a Chicago nel 1886: Oscar Neebe, George Engel, August Spies, Adolph Fischer, Louis (Ludwig) Lingg, Michael Schwab, Samuel Fielden. Sei immigrati più uno di famiglia tedesca, Neebe. Più un cittadino americano, Albert Parsons. Per una bomba lanciata nello Haymarket contro i poliziotti che confrontavano gli scioperanti. Uno dei poliziotti morì. Gli otto, passati alla storia come i “martiri di Chicago”,  furono poi riconosciuti innocenti.
Non tutti furono giustiziati, solo cinque. Neebe, praticamente dimenticato al processo, ebbe poi una condanna a quindici anni. Fielden e Schwab ebbero la pena capitale commutata in ergastolo. Lingg si suicidò in carcere la mattina dell’esecuzione. Engel, Fischer, Spies e Parsons furono impiccati. Le condanne a morte furono inflitte non per il lancio della bomba ma per avere organizzato lo sciopero e la manifestazione.
Spies arringava la folla su un carretto. Pacificamente. Fino a che i polizizotti non avanzarono ordinando ai manifestanti di disperdersi. A quel punto un piccolo ordigno fu lanciato sopra la testa di Spies contro i poliziotti e ne uccise uno. La polizia prese a sparare a bruciapelo, facendo undici morti e un centinaio di feriti – molti non si fecero curare per non essere denunciati. Sette dei morti furono poliziotti, vittime del “fuoco amico”.
I cinque giustiziati furono sepolti nel cimitero Tedesco di Forest Park, alla periferia di Chicago.

Teresa d’Avila – La santa per eccellenza avrebbe tutto per non essere santa. Si accerta ebrea, lo era suo nonno: senza quindi la limpieza de sangre prescritta al suo tempo, cui si arrivava coi quattro quarti. Ma è stata santificata con cognizione di causa, bisognava che gli ebrei accettassero il cristianesimo. A sette anni cercava il martirio dai maomettani. Prese il velo scossa dal trasporto per una cugina. E resta per il nunzio Luciani, poi papa Giovanni Paolo I, “femmina inquieta, vagabonda, disobbediente, contumace”. Una santa che l’amorosa biografa Vita Sackville-West, l’amante di Virginia Woolf, dice “un’aquila” – l’aquila è tutto ciò che è maschile, benché femmina in italiano.

astolfo@antiit.eu

Nessun commento: