Il papa va a Lesbo per ribadire con più risalto mediatico
la denuncia dei respingimenti. Vuole andarci presto, subito: mai visita papale
fu affrettata come questa. Rischiosa anche, benché sostenuta dagli ortodossi,
il patriarca di Costantinopoli e l’arcivescovo di Atene, che condividono la sua
posizione.
Sui respingimenti le opinioni sono divise. Ma sono
indubbiamente un fatto di polizia. E sono l’unica soluzione che la Ue sa
proporre, in alternativa all’accettazione senza filtro e senza difese di questa
nuova orda, per quanto bisognosa e disarmata.
L’accordo che Angela Merkel ha voluto con la Turchia
è in realtà per un fronte dei “respingimenti”. Delegando a Erdogan le
funzioni di polizia, alle frontiere turche col Medio Oriente, e dalla Grecia
indietro alla Turchia. O altrimenti si dovrebbe pensare a una delega
alla Turchia di scremare gli immigrati e imporne poi il ricollocamento nei paesi
europei secondo le quote del vecchio piano mai entrato in funzione – impensabile.I collaboratori del papa, specie mons. Galantino, hanno provato insistentemente a impedire l’accordo, che però alla fine si è fatto, e ora è in atto.
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