Scomparso, come tutta la Svizzera, inquieto, scuole al riformatorio,
Legione Straniera, lavapiatti per vivere, vita breve, si rilegge con estremo
interesse: uno dei giallisti più godibili e resistenti. Le sue opere, anni
Trenta, sono state tradotte sessant’anni dopo con successo, e sono ancora richieste.
Gialli per lo più, con qualche selfie.
Tra cui questo “Morfina” - un breve diario e molte note a tema: “Scrivere”, “Colomb-Béchar”,
“Il 4 luglio”, “Asilo notturno”…. .
Una miniera, si vede che era morfinomane in modica quantità. I
non-eventi spiccano per la loro vivacità. Il turismo, così pieno di noia. Il cubismo
e la vetrina degli alimentari a Nervi. Il “padre” associato a “odio”, “punizione”,
“inutile” e “letteratura”. E la dementia praecox
sempre in agguato, naturalmente: diagnosticata allo scrittore ma anche a Hölderlin,
e un po’ a “tutti i poeti, eccetto Goethe”. Tutti impegnati in un difficile equilibrio,
lungo “la linea ágona”, il luogo dei punti della superficie terrestre nei quali
la declinazione magnetica è nulla – si potrebbe cadere di sotto?
Rimedi non ce ne sono, ma per il resto tutto va bene. L’analisi non è inutile: “Durante l’analisi si disimpara a mentire”. Anche perché “niente sfinisce più del non far niente”. Ma: “Rarissimi sono coloro che hanno come arma la felicità e il sorriso”. Quasi una filosofia.
Friedrich Glauser, Morfina
Rimedi non ce ne sono, ma per il resto tutto va bene. L’analisi non è inutile: “Durante l’analisi si disimpara a mentire”. Anche perché “niente sfinisce più del non far niente”. Ma: “Rarissimi sono coloro che hanno come arma la felicità e il sorriso”. Quasi una filosofia.
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