mercoledì 27 aprile 2016

La dementia praecox, che spasso

Scomparso, come tutta la Svizzera, inquieto, scuole al riformatorio, Legione Straniera, lavapiatti per vivere, vita breve, si rilegge con estremo interesse: uno dei giallisti più godibili e resistenti. Le sue opere, anni Trenta, sono state tradotte sessant’anni dopo con successo, e sono ancora richieste. Gialli per lo più, con qualche selfie. Tra cui questo “Morfina” - un breve diario e molte note a tema: “Scrivere”, “Colomb-Béchar”, “Il 4 luglio”, “Asilo notturno”….  .
Una miniera, si vede che era morfinomane in modica quantità. I non-eventi spiccano per la loro vivacità. Il turismo, così pieno di noia. Il cubismo e la vetrina degli alimentari a Nervi. Il “padre” associato a “odio”, “punizione”, “inutile” e “letteratura”. E la dementia praecox sempre in agguato, naturalmente: diagnosticata allo scrittore ma anche a Hölderlin, e un po’ a “tutti i poeti, eccetto Goethe”. Tutti impegnati in un difficile equilibrio, lungo “la linea ágona”, il luogo dei punti della superficie terrestre nei quali la declinazione magnetica è nulla – si potrebbe cadere di sotto?
Rimedi non ce ne sono, ma per il resto tutto va bene. L’analisi non è inutile: “Durante l’analisi si disimpara a mentire”. Anche perché “niente sfinisce più del non far niente”. Ma:  “Rarissimi sono coloro che hanno come arma la felicità e il sorriso”. Quasi una filosofia.
Friedrich Glauser, Morfina

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